Il conto di Cipro?  Pagano i russi

Cipro ha evitato sia la bancarotta che il prelievo forzoso. Ma chi paga, allora? L’accordo raggiunto da Eurogruppo e governo di Cipro, con il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, prevede che a pagare i danni siano solo le banche, i loro azionisti privilegiati e i loro correntisti che hanno depositato più di 100mila euro. L’accordo, questa volta, colpisce enti privati e cittadini (sia ciprioti che stranieri) che si erano accollati un rischio di impresa. Non riguarda più la massa di cittadini ciprioti. Anche per questo motivo, oltre che per l’esigenza di chiudere l’accordo in fretta, le nuove misure non passeranno dal parlamento per la loro approvazione. La banca più esposta, la Laiki Bank, andrà in liquidazione controllata. Sarà divisa fra una “good bank” e una “bad bank”. La “good bank” verrà assorbita dalla Bank of Cyprus. I conti correnti al di sotto dei 100mila euro verranno garantiti e non saranno tassati.

Quelli superiori, invece, finiranno nella “bad bank” e probabilmente (stando a notizie ancora ufficiose) su di essi verrà effettuato un prelievo del 30%. La seconda grande banca in crisi, la Bank of Cyprus, sarà ristrutturata. Anche i suoi clienti più ricchi, con depositi superiori ai 100mila euro, subirebbero il prelievo del 30% L’accordo dovrebbe garantire a Cipro una boccata di ossigeno, perché permette all’Unione Europea di stanziare i 10 miliardi del piano di aiuto, necessari per impedire la bancarotta dello Stato. Anche il Fondo Monetario Internazionale, per bocca della sua presidente Christine Lagarde, potrebbe intervenire a sostegno dell’isola. I piccoli correntisti, già in rivolta, per ora sono salvi. Ci saranno anche gli sfortunati che si sono fatti accreditare un mutuo superiore a 100mila euro sul conto e ora perderanno un terzo di quello che hanno? Probabilmente sì e spetta ai liquidatori della Laiki Bank gestire una transizione che non penalizzi alcuno. Nella maggioranza dei casi, i grandi correntisti sono stranieri, il 40% dei quali russi. Hanno depositato grandi somme nelle banche cipriote, attratti dagli alti tassi di interesse (il 5% o il 6% fino a gennaio) e si sono, di fatto, accollati parte del rischio. Gli aspetti critici del piano, in ogni caso, rimangono.

Prima di tutto, se dovesse essere confermato il prelievo del 30% sui conti superiori ai 100mila euro, l’economia cipriota verrà fortemente penalizzata da qui in avanti. La crescita dell’isola era infatti dovuta alle attraenti condizioni fornite dalle sue banche, vere e proprie sirene del Mediterraneo orientale che hanno attirato tanti navigatori, soprattutto russi. Spegnendone il canto e facendo perdere ai grandi correntisti addirittura un terzo di quello che avevano depositato, le sirene si sono rivelate per quello che sono sempre state: una trappola che ti fa incagliare su scogli e secche. Adesso ci si può solo chiedere chi vorrà ancora piazzare i propri risparmi da quelle parti. «La gente se ne accorgerà: non appena il denaro lascerà il paese, se ne andranno anche le persone che vanno al ristorante, acquistano le auto e le case. I mezzi di sostentamento dei ciprioti scompariranno – dichiara un imprenditore russo al Financial Times - Dicono che i soldi erano riciclati, ma hanno vissuto su quel denaro per 10 anni senza preoccuparsene». La Russia esce decisamente male da questa partita.

Ha avuto la possibilità di volgere le sorti dell’isola a suo favore, quando il ministro delle Finanze di Cipro, Michalis Sarris, era volato a Mosca per cercare aiuti fuori dall’Ue. Le condizioni poste (tuttora riservate) a quanto pare non erano accettabili. Il Cremlino avrebbe voluto mettere le mani sulle riserve di gas cipriota, ma a quanto pare ha chiesto troppo. E soprattutto, almeno ufficialmente, il governo di Dmitri Medvedev ha chiesto di discutere ogni possibile piano di aiuti dopo un accordo fra Cipro e Ue. Col risultato che gli investitori russi, adesso, si ritroveranno con i loro conti in banca rastrellati e senza gas. Secondo il giornale Rossiskaja Gazeta i correntisti russi a Cipro perderanno almeno 3,5 miliardi di euro. Putin e Medvedev avranno un motivo in più per detestare l’Unione Europea.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:29