Obama si scontra con la realtà coreana

I vecchi B-52, aerei carichi di storia (Guerra Fredda, Vietnam, Golfo, Balcani, Iraq…) e capaci di scaricare su un obiettivo l’intero potenziale esplosivo di un’intera campagna di bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, sono tornati in prima linea. Gli americani li stanno facendo girare sopra la testa dei nordcoreani, nel corso delle loro esercitazioni congiunte con la Corea del Sud, a scopo deterrente. Oltre che ordigni convenzionali, i B-52 possono anche trasportare armi atomiche, sia bombe che missili da crociera. Dopo il test atomico nordcoreano, gli americani devono mostrare i muscoli. «Stiamo attirando l’attenzione sul fatto che abbiamo una capacità di deterrenza estesa e crediamo che sia importante dimostrarlo dopo tutta la retorica bellicosa nordcoreana», spiega alla stampa George Little, segretario stampa del Pentagono. E il portavoce della Difesa sudcoreano ribadisce: «Nel momento in cui la Corea del Nord minaccia di attaccare il Sud con armi atomiche, introdurre i B-52 in queste manovre è significativo, perché mostra l’impegno statunitense a fornire il loro ombrello nucleare sulla penisola coreana».

I voli dimostrativi dei B-52 seguono di due soli giorni l’annuncio, da parte del segretario alla Difesa Chuck Hagel, del rafforzamento delle difese anti-missile in Alaska. Il numero degli intercettori a lungo raggio basati a terra (Gbi) verrà portato dagli attuali 30 a 44 nei prossimi quattro anni. I B-52 e i nuovi missili in Alaska sono una chiara dimostrazione di forza. Ma anche una dimostrazione politica sul repentino cambiamento di idea di Barack Obama. Scontrandosi con una realtà che si ostina a non mutare direzione, il presidente democratico deve passare per forza dalla dissuasione alla minaccia. Ma quanto tempo ha perso in questi quattro anni del suo primo mandato? La Corea del Nord ha sperimentato la sua prima arma nucleare nel 2006. Nel 2009 ha testato il suo primo missile a medio raggio Taepo Dong-2. La risposta dell’amministrazione Obama? Nel 2009 ha annunciato la riduzione unilaterale del proprio arsenale nucleare (la dottrina “Global Zero”) e contemporaneamente ha tagliato drasticamente il programma di difesa anti-missile.

Il suo predecessore, George W. Bush, aveva programmato l’aggiornamento dell’arsenale nucleare, che tuttora è fermo allo sviluppo tecnologico degli anni ’80. E contemporaneamente aveva autorizzato l’installazione di 54 missili anti-missile in Alaska (che ora sarebbero stati già operativi). Adesso Obama si ritrova a dover contare su un deterrente nucleare vecchio e dunque non credibile. E su una difesa anti-missile che lui stesso ha voluto ridurre al minimo indispensabile. Obama, fino ad ora, ha voluto procedere unicamente con sanzioni approvate dall’Onu (e dunque annacquate dalla Cina, protettrice dei nordcoreani). Adesso deve scoprire che, per certi regimi totalitari, le sanzioni non contano nulla. E gli esempi morali di un disarmo unilaterale sono letti come un “via libera” allo sviluppo delle proprie armi di distruzione di massa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:40