Amnesty: «In Siria serve l’Onu»

A due anni dall’inizio delle proteste pacifiche contro il governo, la Siria è impantanata in un sanguinoso conflitto in cui entrambe le parti sono responsabili di crimini di guerra e Amnesty International chiede all’Onu e alla comunità internazionale di agire. Le ricerche condotte da Amnesty International nelle ultime due settimane hanno confermato che il governo continua a bombardare indiscriminatamente i civili, spesso con armi bandite a livello internazionale e abbattendo interi quartieri. I detenuti sono regolarmente sottoposti a torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali. Da parte loro gruppi armati di opposizione ricorrono in modo crescente al sequestro di ostaggi così come alla tortura e all’uccisione sommaria di soldati, miliziani filogovernativi e civili rapiti o catturati. «Mentre la vasta maggioranza dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni dei diritti continua a essere commessa dalle forze governative, le nostre ricerche hanno messo in luce un’escalation di abusi da parte dei gruppi armati di opposizione», ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. «Se non verranno affrontate, queste azioni si faranno ancora più radicate nel conflitto. È fondamentale che tutti sappiano che verranno chiamati a risponderne», ha proseguito Harrison. «A ogni ora d’indecisione da parte della comunità internazionale, il numero dei morti aumenta. Quanti altri civili dovranno morire prima che il Consiglio di sicurezza riferisca la situazione della Siria al procuratore della Corte penale internazionale, affinché chi ha compiuto questi orrendi crimini sia chiamato a risponderne?», si chiede il responsabile di Amnesty.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:55