Benedetto XVI nel Paese dei complotti

Se il Papa ha rinunciato al soglio pontificio e “Dio è morto”, i complottisti stanno benissimo. Nell’era di Internet si moltiplicano le teorie della cospirazione che cercano “oscuri” motivi dietro all’annuncio-shock di Benedetto XVI. Ne troviamo di tutti i colori, ma possiamo benissimo riassumerli in due filoni fondamentali. Da una parte troviamo il populismo anti-Vaticano, che punta il dito su veri, presunti e inspiegabili “scandali” mondani (nel senso di: “di questo mondo”). Dall’altra troviamo, invece, il terrore dei tradizionalisti, che credono, ormai, che vi sia un complotto della Massoneria dentro la Chiesa.

Il primo tipo di complottismo si fa forza di documenti, inchieste, frasi estrapolate. Dopo WikiLeaks, è arrivato anche VatiLeaks, la fuoruscita di documenti non autorizzati che farebbero pensare a una lotta interna ai massimi vertici del Vaticano. VatiLeaks si è concluso con l’arresto di Paolo Gabriele, aiutante di camera del Papa, responsabile della fuga di notizie, poi graziato dal Pontefice stesso. Nel libro “Sua Santità, Le Carte Segrete di Benedetto XVI”, di Gianluigi Nuzzi, si dimostrerebbe come chi aveva tentato di contrastare la corruzione nella Banca Vaticana fosse stato messo da parte. Il libro pubblica documenti autentici, ma è anche facile ingigantirne l’importanza e ricamarci sopra. La rimozione dall’incarico del suo ex presidente, Ettore Gotti Tedeschi, il 24 maggio del 2012, ha riacceso l’attenzione sullo Ior. Un’attenzione che è anche molto ideologizzata: anche prima dell’ultimo scandalo dello Ior, Gotti Tedeschi, essendo un liberista, oltre che cattolico, è stato inserito dai blogger progressisti nella lista nera dei “capitalisti selvaggi”, che assieme ai “cristianisti” e ai “neocon” sono le categorie più insultate dell’ultimo decennio. Ora è scoppiato uno scandalo in un’altra banca, la Monte dei Paschi di Siena, non certo vicina al Vaticano, bensì al Partito Democratico. Eppure c’è chi vuole vedere un nesso tra Mps e Ior e fra questo ultimo scandalo bancario e la rinuncia del Papa al soglio pontificio. Nessuno riesce (o vuol riuscire) a dimostrare quale nesso vi sia fra uno scandalo bancario, come ne avvengono tanti, e un evento epocale, quale il passo indietro fatto dal Papa, che non avveniva dai tempi di Gregorio XII nel 1415.

Ma non ci sono solo i complotti finanziari. C’è chi punta il dito sullo scandalo della pedofilia fra i preti. Un problema enorme che è emerso solo in parte e solo negli ultimi anni, che ha indotto l’Irlanda a ritirare il proprio ambasciatore dallo Stato Vaticano e i tribunali americani, inglesi e tedeschi ad avviare procedimenti contro gli esponenti della fede cattolica, imponendo in favore delle vittime il pagamento del risarcimento del danno, per un totale di circa 2 miliardi di dollari. Anche qui, però, la tesi delle “dimissioni per pedofilia” salta un passaggio fondamentale: Benedetto XVI è stato uno dei principali accusatori. Ha avuto il coraggio di mettere il dito nella piaga. Eppure è stato insultato in lungo e in largo come il “Papa della Chiesa Pedofila”, da quegli stessi che lo hanno accusato di essere “omofobo”. Come le femministe di Femen, che hanno festeggiato in topless, nella cattedrale di Notre Dame di Parigi, l’uscita di scena di Benedetto XVI.

E come non pensare a un altro dei misteri del Vaticano, la scomparsa di Emanuela Orlandi? Non si sa ancora nulla sul suo destino. Ma il solo fatto che il Vaticano “taccia” fa dire ai complottisti che Benedetto XVI si sia dimesso perché, forse, pare, si presume, il Vaticano fosse responsabile anche di quel caso. In base a quali prove? Mistero della fede (complottista).

Dall’altra parte della barricata, i tradizionalisti temono la lunga mano della Massoneria, che, a detta loro, si sarebbe infiltrata nella Chiesa e ne starebbe prendendo il controllo. A dare adito a queste speculazioni è stato, paradossalmente, uno scoop del Fatto Quotidiano (che non è certo vicino agli ambienti cattolici più conservatori) su presunte rivelazioni del Cardinal Romeo, arcivescovo di Palermo, fatte in Cina nel novembre del 2011. Si tratta, in realtà, di una voce di quinta mano: il Cardinal Romeo avrebbe detto ai suoi interlocutori cinesi “qualcosa” che poi è stata riferita da questi alla Chiesa tedesca, da questa al Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos e da questi trasmessa al Papa. Questo “qualcosa” era, nientemeno, che la fine del pontificato di Benedetto XVI “entro un anno”. Previsione azzeccata nei tempi, ma non nella forma: lo scoop del Fatto Quotidiano parlava, infatti, di un complotto per uccidere il Papa, probabilmente per il novembre 2012. Non di dimissioni. E cosa disse realmente il Cardinale Romeo è un mistero. Anche perché, il diretto interessato, commentò la notizia sul complotto affermando di non aver mai pronunciato una cosa simile: «Appare tanto fuori dalla realtà – disse - da non dovere essere presa in alcuna considerazione». Ma il presunto complotto contro il Papa ha ora eccitato la fantasia delle teorie cospirative anti-massoniche, soprattutto nei siti più tradizionalisti. «Come mai il Papa ha preso questa decisione? Forse lo hanno spinto gli Illuminati?» si legge in uno di questi siti, citando la setta bavarese del XVIII, che fu sciolta con la forza sul finire del Settecento ma che, secondo le teorie cospirative, continua a tramare nell’ombra, come branca segreta della Massoneria. La stessa fuga di notizie VatiLeaks viene interpretata da questi siti come un complotto massonico volto a infangare i settori più conservatori della Chiesa.

E si teme l’arrivo di un ancora sconosciuto “Papa nero”. È il rovescio della medaglia dei cattolici progressisti, che sperano, dopo un presidente nero degli Usa, anche in un Pontefice africano. I tradizionalisti, sulle loro pagine Facebook, rispondono con: «Il Papa abdica, non c’è niente da festeggiare. Il Papa nero dietro di lui (forse il riferimento è a Obama, ndr) ordisce la congiura e vuole un dominio ancora più ferreo sul trono di Pietro. Il prossimo Papa, secondo le élite, deve obbedire ancora più ciecamente alla Massoneria, ai gesuiti (sic!) e ai diktat del Nuovo Ordine Mondiale».

Fra paure di realtà oscure e orrori vari, sparisce la vera figura di Benedetto XVI. Le ragioni del suo ritiro saranno conservate nel segreto della sua coscienza. Predicava la libertà di religione, in una cultura contemporanea che pensa solo all’uguaglianza. La ragione e la realtà, in un periodo in cui domina il relativismo filosofico. Voleva conservare la tradizione della Chiesa, quando la Chiesa stessa si accusa di non essere “al passo coi tempi”. Ancora prima che divenisse Papa, era accusato di promuovere una guerra di civiltà dell’Islam e bastò una sola citazione storica a Ratisbona per provocare l’ira del mondo musulmano (e dei progressisti occidentali) contro di lui. Fu accostato a George W. Bush e per gli stessi motivi: detestato in quanto esponente, mai pentito, della cultura cristiana. E dall’altra parte fu difeso, indegnamente, da quanti temono l’avvento di un inesistente nuovo ordine massonico, ebraico o addirittura satanico, al quale danno la colpa della crisi finanziaria e del collasso delle nostre economie. Quale sarà il prossimo Papa non è dato saperlo. Della memoria del precedente rimarrà soprattutto una grande confusione sparsa nella babele di Internet.

 

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:53