Obamacare: stati in rivolta

Nonostante Barack Obama abbia vinto le elezioni, la battaglia per la sua riforma della sanità (Obamacare) non è affatto finita. Da venerdì scorso si è aperto un nuovo fronte di lotta, in Ohio: proprio lo stato decisivo per la rielezione del presidente è governato da un Repubblicano, John Kasich. Il quale ha chiaramente dichiarato di non aver bisogno del governo federale per gran parte dei nuovi servizi. A partire dallo Health Care Exchange (Hix) il servizio con cui il governo federale permetterà, dal 2014, di scegliere una copertura sanitaria privata, comparando i prezzi, ottenendo la garanzia di non essere rifiutati (in quanto già malati o a forte rischio) dall’assicuratore e ricevendo un sussidio pubblico. L’Ohio si dichiara in grado di gestire questo servizio da solo. Kasich ha anche dichiarato di voler riservare al suo stato la scelta di chi avrà diritto ai servizi di Medicaid, il servizio sanitario pubblico per i più poveri. Altri due stati, il Kentucky (governato da un Democratico, Steve Beshear) e l’Indiana (il cui governatore è Mike Pence, Repubblicano), intendono gestire il futuro Hix a livello locale. In totale sono 15 gli stati che stanno conducendo una battaglia legale in difesa dei loro diritti e del modello federalista. La forza centrifuga che si sta sprigionando in tutti gli Stati Uniti, insomma, non si manifesta solo con petizioni per la secessione, ma anche con atti concreti di autogoverno. Nella sanità, in questo caso. Inevitabilmente, dalle amministrazioni statali si sta arrivando al nuovo scontro in Congresso, dove i Repubblicani mantengono saldamente la maggioranza della Camera.

Il presidente della Camera, John Boehner, con un articolo pubblicato ieri sul Cincinnati Enquirer, ammette che due dei tre metodi possibili per respingere (e riscrivere da capo) la riforma sanitaria siano ormai impossibili: la Corte Suprema l’ha avallata e il presidente è stato rieletto. Resta il terzo: la continua vigilanza del Congresso. Giusto come antipasto, la Camera ha imposto al Dipartimento della Sanità di esporre tutti i dati sull’attività di promozione della riforma, in modo da vedere (ed eventualmente esporre al pubblico ludibrio) se e come siano stati usati i soldi dei contribuenti in modo improprio, in attività di propaganda di partito. È solo un antipasto, appunto. La Camera non si arrenderà tanto facilmente. Specie se la battaglia contro l’Obamacare, simbolo dello statalismo e del centralismo di Obama, si infiammerà nelle “periferie dell’impero”, nelle amministrazioni locali.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:36