Occhio che Romney potrebbe farcela

Mancano tre settimane al voto sul prossimo presidente degli Stati Uniti, ma gli americani paiono ancora indecisi e divisi a metà su chi scegliere. Per l’istituto Rasmussen, i due candidati sono pari, al 48%. La media dei sondaggi nazionali, calcolata da Real Clear Politics assegna allo sfidante repubblicano un vantaggio da prefisso telefonico: 0,7%, in leggero calo. Stranamente solo il Gallup si distacca dalla media, dando 7 punti di vantaggio (in crescita) a Mitt Romney. Fino al dibattito di questa settimana, teoricamente “perso” dal conservatore, i due erano sempre stati alla pari o quasi. Misteri della statistica.

Quanto detto finora riguarda solo le previsioni sul voto popolare (tutta la nazione), ma la vera novità è nei sondaggi locali, quelli dei singoli stati. Per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, Romney è in leggero vantaggio sul numero di Grandi Elettori che potrebbe conquistare al momento del voto. È bene ricordare che le elezioni presidenziali statunitensi sono federali e indirette: ogni stato elegge un numero di delegati (“Grandi Elettori”) proporzionale alla sua popolazione. Sono questi ultimi che, a loro volta, votano per il presidente. Ebbene, se oggi si andasse alle urne, verrebbero eletti 206 Grandi Elettori repubblicani contro 201 democratici. Fino a ieri il rapporto di forze era stato fortemente (nell’ordine delle decine di Grandi Elettori) favorevole al presidente in carica. Gradualmente questo margine si è ridotto. E solo ieri è arrivato il sorpasso. La “novità” (in realtà, ampiamente prevedibile) è nella North Carolina, forte dei suoi 15 Grandi Elettori. Prima era considerato “in bilico”, da ieri è decisamente filo-Romney. Benché abbia ospitato, a Charlotte, la Convention Nazionale Democratica, lo stato del Sud è quasi sempre stato repubblicano.

Lo era nelle elezioni del 2000, in quelle del 2004 e anche nel 2008 diede del filo da torcere a Obama, che riuscì a strappare una vittoria su John McCain di appena 0,3 punti. La storia di questa campagna del 2012 dimostra che il Grand Old Party, nello stato del “Tar Heel”, abbia sempre mantenuto un certo vantaggio sui rivali di sinistra. Solo per una settimana, dal 23 al 30 settembre, Barack Obama è stato in testa nei sondaggi locali. In quel momento i Democratici, dopo il successo della loro Convention, hanno provato a bissare la vittoria nei grandi stati del Sud (strappata per un pelo, come abbiamo visto) del 2008. Ma, «…quando il presidente vinse sia in Virginia che nella North Carolina, era ancora il candidato del cambiamento e della speranza – commenta Grover Norquist, leader dell’Americans for Tax Reform, sul forum di Politico – Da allora ha governato come se fosse il candidato dei leader sindacali, delle macchine elettorali urbane e degli studi di avvocati. Ha reso ancora peggiore la situazione economica. Ha buttato soldi nelle politiche fallite di stimolo economico. E poi c’è stata Solyndra (lo scandalo del finanziamento a una compagnia di fotovoltaico, poi finita in bancarotta, ndr). E Fast and Furious (le armi date, come esca, ai narcos e poi finite definitivamente nelle mani dei trafficanti, ndr). Sappiamo già cosa pensano del presidente Obama. Hanno votato nel 2010 per eleggere un governatore repubblicano in Virginia e un legislativo a stragrande maggioranza repubblicana nella North Carolina».

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:42