La guerra dei sessi dei Democrats

A tre settimane dalle elezioni, la nuova offensiva di Barack Obama punta a riconquistare l’elettorato femminile. A dire il vero, non l’ha mai perso. Anche nel più catastrofico (dal suo punto di vista) sondaggio dell’istituto Gallup, pubblicato ieri, che dà a Romney un vantaggio di addirittura 6 punti fra i potenziali elettori, risulta che le donne continuino a scegliere il presidente in carica, a gran maggioranza. Rispetto alle elezioni del 2008, quando c’era un “gender gap” di 7 punti fra Obama e John McCain, questa volta le donne che sceglierebbero la riconferma dell’amministrazione democratica sono il 10% in più.

A livello nazionale, dunque, anche puntando tutto sulle donne, Obama non sarebbe più sicuro. È nei singoli stati in bilico (fra cui Florida e Ohio sono i più importanti) che la competizione è più serrata. Stando ad un rilevamento condotto da cinque istituti locali, in Florida, a settembre, il “gender gap” era di 15 punti a vantaggio di Obama. Ma alla metà di ottobre la distanza fra i due candidati si è enormemente ridotta: appena 2 punti. Nell’Ohio, secondo il Public Policy Polling (democratico), è successo il contrario: Obama ha conquistato 10 punti nell’elettorato “rosa” nell’ultimo mese. Contano l’età e lo status sociale. Le donne che preferiscono Romney, generalmente, hanno famiglia e un’età superiore ai 65 anni, che in Florida abbondano. Obama, al contrario, punta alle single e alle giovani, che sono molto più numerose in uno stato industriale quale l’Ohio. 

Quali argomenti sceglie il presidente per attrarre e conservare il “suo” elettorato rosa? Li abbiamo sentiti nel dibattito di martedì: la legislazione sulla parità dei salati (Lilly Ledbetter Act), la copertura sulle spese sanitarie che riguardano la contraccezione e il diritto all’aborto. Si tratta di questioni tenute in gran conto dalle donne? Sì: secondo l’istituto Gallup, fra i 10 argomenti politici ritenuti prioritari, le intervistate di sesso femminile inseriscono la parità dei diritti, l’educazione, la previdenza sociale e l’aborto (che per il 39% delle intervistate è la cosa più importante in assoluto). Il problema è: come affrontarle? La maggioranza assoluta degli americani, uomini o donne che siano, è contraria all’aborto.

Quanto alla parità dei salari, Romney, proprio nel corso del dibattito, è riuscito a dimostrare che non si tratti di una garanzia di impiego. Anzi: 3 milioni e mezzo di donne hanno perso il posto. I Democratici, in genere, hanno sempre considerato la donna come una categoria, collettiva, da proteggere. I Repubblicani, lungi dal volerle discriminare, vogliono incoraggiare il merito delle singole persone di sesso femminile. Sebbene non abbia dimostrato il massimo della finezza nel linguaggio, Romney ha spiegato bene il suo punto di vista quando ha parlato di “raccoglitori pieni di donne” da assumere per ruoli di responsabilità nello stato del Massachusetts, quando era governatore. In estrema sintesi: i Democratici faranno di tutto per enfatizzare le differenze fra sessi, per proporre la loro agenda egualitaria. I Repubblicani rispondono annacquando o annullano la “questione femminile”: solo l’individuo conta, con la sua capacità. Donna o uomo che sia. Anche qui, come nei temi economici, ci troviamo di fronte a uno scontro fra due visioni opposte della società.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:35