Un presidente per la Somalia

Il governo di transizione somalo, in funzione da venti anni, ha terminato ufficialmente il proprio  mandato il 10 settembre con l’elezione del Presidente della Repubblica.

Il Parlamento ha scelto con maggioranza assoluta Hassan Sheik Mohamud, 56 anni, professore universitario, accademico conosciuto in varie organizzazioni internazionali. 

La nomina del nuovo Presidente, legato al movimento al-Islah, braccio somalo dei Fratelli Musulmani, è stata accolta da tutto il Paese con manifestazioni di euforia.

Le tappe del percorso di stabilizzazione politica imposte dalla conferenza di Londra e dai successivi accordi di Addis Abeba, sono state rispettate pur con qualche dilazione.

Il 20 giugno scorso è stata puntualmente approvata la bozza della nuova Costituzione, di ispirazione islamica e con la Shari’ah quale fonte principale dell’intero ordinamento giuridico, mentre il Parlamento è stato nominato con ritardo rispetto al piano e i suoi 275 membri, metà dei quali laureati, hanno potuto giurare solo lo scorso 20 agosto, data invece prevista quale termine del precedente assetto istituzionale provvisorio.

La speranza di una favorevole prosecuzione dei lavori si è poi rafforzata con l’elezione a Speaker del Parlamento, equivalente del nostro Presidente, di Mohamed Osman Jawari, fine giurista, per anni avvocato e docente universitario in Norvegia, nonché membro di diverse commissioni contro le discriminazioni e il razzismo.

Il Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per la Somalia, Augustine Mahiga, si è dichiarato soddisfatto del compimento del difficile percorso. L’imponente dispiegamento di forze militari e di polizia in Mogadiscio ha consentito un normale svolgimento delle operazioni elettorali, con pochi episodi di violenza, tra cui un attentato senza vittime ad un veicolo dell’Amisom.

Il trend positivo nel settore sicurezza ha marcato nuovi indicativi risultati: secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite i casi di conflitti armati dall’inizio dell’anno sono diminuiti del 70% mentre gli attacchi terroristici sono scesi del 50% . Dopo aver perso il controllo di Mogadiscio, le forze di Al Shabab negli ultimi giorni hanno subito pesanti sconfitte anche nelle roccaforti del Sud a causa di una indiscutibile superiorità militare delle unità dell’Unione Africana, ma altresì delle numerose defezioni di militanti che vanno a costituire, pertanto, una preziosa fonte di intelligence. Al Qaeda stessa ha criticato i militanti di Al Shabab per comportamenti anti-islamici che li rendono impopolari.

Sicuramente il Paese è a una svolta: si inaugura una nuova stagione per tutta la nazione. Gli analisti ritengono difficile normalizzare nel breve periodo la situazione politica in Somalia, mentre il giurista Jawari, nella sua prima intervista da speaker, ha dichiarato che il popolo somalo è per definizione pacifico, tollerante e liberale, pronto a imparare presto la democrazia e che una volta ripristinati la pace e il rispetto delle regole seguirà in pochi anni la crescita economica.

I primi passi mossi dalla nuova amministrazione e l’enorme sostegno fornito dalla Comunità internazionale, inducono a ben auspicare.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:45