Assad è finito in un vicolo cieco

La Siria appare sempre di più come una diga pronta a cedere. Non era ancora finita la battaglia per la riconquista di Damasco, che subito l’epicentro dell’insurrezione si era trasferito ad Aleppo. Adesso lo scontro per la riconquista di Aleppo è giunto al suo sesto giorno e già ricominciano gli scontri a fuoco a Damasco. Il dittatore Bashar al Assad ha lanciato il suo proclama ieri mattina: «Il destino del nostro popolo e della nostra nazione passati, presenti e futuri dipende da questa battaglia». Ma intanto gli insorti hanno il loro nuovo martire: il dissidente Tammam al Saab, un ex emigrante nel Golfo Persico, ritornato in Siria nonostante la persecuzione subita (nei decenni) dalla sua famiglia e ucciso dai militari lo scorso 20 luglio. Secondo la versione del regime, era un terrorista.

Secondo la versione dei ribelli, è un dissidente non violento, ucciso da un cecchino mentre cercava di aiutare un altro manifestante colpito dalle pallottole dei regolari. Dall’altra parte della barricata, in questa guerra di immagini, il regime di Damasco denuncia la fucilazione sommaria di quattro uomini, ad Aleppo, accusati di essere lealisti di Assad. Questa volta c’è un video che lo dimostra. Ma i governativi hanno ben poche possibilità di passare dalla parte delle vittime innocenti, soprattutto alla luce del nuovo rapporto pubblicato ieri da Amnesty International che documenta abusi, torture, esecuzioni di massa. Le famiglie dei caduti sono state costrette dalle forze di sicurezza a firmare dichiarazioni in cui incolpavano “bande di terroristi”: un maldestro tentativo di coprire i crimini del regime. Nel frattempo, sul piano diplomatico, appare sempre più lontana la possibilità di un esilio di Assad. «È un dittatore che vede complotti ovunque che non ha dato nessuna indicazione di essere pronto a lasciare il potere in silenzio di notte – ha detto alle agenzie un funzionario americano – Come è successo per altri uomini forti prima di lui, la sua arroganza lo sta conducendo a decisioni sbagliate», infilandosi «in un angolo senza via d’uscita».

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:50