Quale verità sul massacro di Tremseh?

Dalla Siria sta emergendo un’altra terribile vicenda. A Tremseh, un villaggio a Nordest di Hama, sarebbero morte almeno 220 persone, secondo i rapporti dell’opposizione. Se dovesse essere confermato questo bilancio, si tratterebbe del peggior singolo massacro compiuto dall’esercito di Bashar al Assad.

Secondo la ricostruzione fatta dal New York Times e dalla Bbc, basata su racconti di testimoni oculari, giovedì mattina l’esercito è arrivato a Tremseh, sospettando che fosse una base dell’Esercito Siriano Libero. I regolari hanno aperto il fuoco, con artiglieria ed elicotteri d’attacco, spianando il villaggio e sparando a bruciapelo contro chiunque tentasse di fuggire. Poi sono entrate in azione le squadre di irregolari pro–regime, gli shabiha, che hanno ucciso i sopravvissuti con esecuzioni sommarie. Dissidenti siriani hanno anche pubblicato su Internet alcuni video che confermerebbero questa versione dei fatti, anche se mostrano solo alcuni dettagli della vicenda. Le stime sul numero delle vittime variano a seconda della fonte. Per Musab al Hamadi, un attivista di Hama, sono 150. Per i Comitati di Coordinamento Locali dei rivoluzionari, sono 220. Secondo la Tv online dell’opposizione Sham News Network, la maggior parte dei caduti a Tremseh sono uomini armati e non civili. Tutte le fonti dell’opposizione e i media internazionali, comunque, concordano in linea di massima sulla dinamica di quanto è accaduto: l’esercito ha bombardato e i guerriglieri alawiti pro–regime sono entrati nel villaggio a completare il massacro. I media di Damasco hanno invece la loro versione alternativa. Secondo l’agenzia Sana, uomini armati dell’opposizione sono entrati nel villaggio di Tremseh, sparando sulle abitazioni, uccidendo dei civili, prendendone in ostaggio altri, sgozzando una mamma e il suo bambino in faccia agli altri abitanti per intimidirli. L’esercito è intervenuto perché chiamato dalla popolazione locale e ha dovuto usare le armi pesanti per scacciare definitivamente gli insorti dal villaggio. Secondo la Sana, l’azione è costata 50 morti, quasi tutti ribelli armati uccisi in battaglia. I media di Damasco, comunque, non hanno diffuso alcuna immagine da Tremseh.

Gli osservatori dell’Onu non erano sul posto e non confermano né l’una né l’altra versione dei fatti. Il generale Robert Mood dice solo che a Tremseh sono entrati in azione mezzi pesanti.

Sulla base di queste incerte informazioni, però, l’Onu dovrà prendere delle decisioni. Per i sostenitori di Assad (anche nostrani) i ribelli e i media internazionali mentono dall’inizio della crisi. Per chi è a favore dell’intervento, Assad e i suoi media mentono, come è consuetudine in tutte le dittature. L’ex segretario generale Kofi Annan, saputo del massacro, si dice molto deluso. Questa settimana aveva appena concluso accordi con Assad per l’applicazione del piano di pace e queste notizie mandano in fumo le sue speranze. Il Regno Unito chiede un’indagine indipendente degli osservatori Onu. Con il Consiglio di Sicurezza diviso sul da farsi (Usa, Regno Unito e Francia dalla parte dei ribelli, Russia e Cina da quella del dittatore) la verità su Tremseh deve emergere il prima possibile. Solo la conoscenza dei fatti determinerà la prossima reazione.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:50