L'Irlanda al voto sul patto di bilancio

L'Irlanda è andata alle urne, ieri, per il referendum sul "fiscal compact", il nuovo patto di bilancio europeo. Il "fiscal compact" fissa dei nuovi parametri sul rapporto fra debito pubblico e Pil (non deve superare il 60%), deficit e Pil (entro lo 0,5%) e prescrive un controllo permanente della Corte Europea di Giustizia sulla gestione dei conti pubblici, oltre a nuove possibilità di sanzioni comunitarie. I firmatari del "fiscal compact" (tutti i membri dell'Ue tranne Repubblica Ceca, Regno Unito e, se vince il "no" al referendum, anche l'Irlanda) lo considerano come il prerequisito di ogni ulteriore aiuto ai Paesi in crisi. L'accettazione del patto di bilancio da parte della piccola Irlanda è diventata una questione di vitale importanza. Tecnicamente parlando, il trattato non verrebbe comunque archiviato, perché basta l'assenso di 12 Paesi per farlo entrare in vigore il prossimo gennaio 2013. Ma, da un punto di vista politico, sarebbe un segnale forte: l'Irlanda è l'unico membro dell'Ue in cui si può votare, con un referendum, per la sua accettazione. In tutti gli altri Paesi sono stati i governi e/o i parlamenti a decidere. Il trend che abbiamo visto nelle elezioni in Francia, nei Laender tedeschi in cui si è votato, in Grecia e anche nelle amministrative italiane, alla luce di un "no" irlandese verrebbe ulteriormente consolidato, dando l'impressione che vi sia un generale rifiuto del patto di bilancio in tutto il Vecchio Continente.

Secondo la maggior parte degli osservatori, la scelta è strategica anche per il futuro dell'Irlanda. Si tratterebbe infatti di decidere se proseguire con le politiche di austerity, restando agganciati al sistema Ue, oppure "ribaltare il tavolo" e varcare la soglia di un territorio inesplorato: la graduale uscita dall'euro. Secondo gli ultimi sondaggi, il "sì" è largamente in testa (ha circa il 18% di margine), ma circa un terzo degli elettori si era detto ancora indeciso. E la domanda posta è troppo complessa per essere capita dalla maggioranza degli irlandesi. Infatti l'affluenza è stata bassissima. In assenza di un dato nazionale, nella contea di Dublino, a mezzogiorno, aveva votato il 7,5% degli aventi diritto, secondo quanto si leggeva sul sito di The Irish Times. Sempre secondo le stime del The Irish Times, nel tardo pomeriggio, in tutta l'Irlanda l'affluenza era ancora non superiore al 20%. Una bassa affluenza potrebbe significare la vittoria dei sostenitori del "no", molto più determinati e militanti. I governi europei (e i mercati) attendono con ansia i risultati. Che arriveranno solo oggi, nel tardo pomeriggio.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:47