Un missile russo contro lo scudo Nato

Russia, un misterioso missile balistico intercontinentale è stato lanciato mercoledì da Plesetsk (nei pressi del confine con la Finlandia) contro un bersaglio in Kamchatka (estremo oriente russo). Il test è riuscito, annuncia Mosca. La nuova arma è avvolta dal segreto più completo. L'Icbm non ha neppure un nome identificativo. L'agenzia Interfax, citando fonti militari, afferma che si sia trattato del secondo test. Il primo, avvenuto a settembre, era fallito.

Si sa per certo, stando alle dichiarazioni riportate da Interfax, che il lancio è la risposta russa all'annuncio del nuovo scudo anti-missile della Nato. Quest'ultimo è un sistema difensivo, volto a fermare eventuali attacchi missilistici dall'Iran contro l'Europa. Ma i russi lo interpretano come un progetto rivolto contro di loro. Il comando di Mosca, con una serie di dichiarazione ostili, dimostra di non credere alla Nato. Pensa che si tratti di un sistema volto a parare un'eventuale rappresaglia nucleare… a un primo colpo della Nato contro la Russia? I generali del Cremlino lo credono veramente? Evidentemente lo pensano, considerando che il nuovo missile, di cui non sappiamo il nome, è stato progettato specificamente per bypassare le difese della Nato. È lanciato da una piattaforma mobile, dunque è in grado di sopravvivere ad un "primo colpo" nucleare nemico. È spinto da un motore, alimentato da una nuova miscela di carburante, che ne aumenta la velocità nella traiettoria iniziale, riducendo il tempo di intercettazione nella fase iniziale di lancio. E, soprattutto, è dotato di una speciale testata multipla: una volta nello spazio, può rilasciare più di una testata nucleare, ciascuna delle quali cambia continuamente traiettoria, in modo da evitare il puntamento e l'intercettazione del difensore. Con armi simili, la Russia intende essere sempre in grado di lanciare un attacco nucleare (come primo o secondo colpo, a seconda delle circostanze), ignorando una difesa anti-missile schierata in Europa. Una seconda mossa, già più volte annunciata dal Cremlino, è il prossimo, probabile, schieramento di missili a corto raggio Iskander, a ridosso delle future difese europee: nella exclave di Kaliningrad (fra Polonia e Lituania), a Krasnodar nella Russia meridionale (apposta per bypassare lo scudo schierato in Romania e nel Mar Nero) e nel territorio dell'alleata Bielorussia.

L'idea che la Nato e gli Usa siano il vero nemico, come ai tempi della Guerra Fredda, è ancora viva e vegeta in Russia. Lo dimostrano anche le dichiarazioni, incredibili, rilasciate ieri da un generale del Gru (il servizio segreto militare) al quotidiano Komsomolskaja Pravda, il più letto dai russi. Secondo questo ufficiale, l'aereo sperimentale Sukhoi Superjet100, precipitato a Jakarta, sarebbe stato sabotato dagli americani. E all'inizio dell'anno, il nuovo direttore dell'agenzia spaziale russa, Vladimir Popovkin aveva citato non meglio precisati «mezzi potenti» americani per spiegare la serie di fallimenti registrati lo scorso anno dalla Russia durante il lancio di apparecchiature spaziali, tra cui la sonda Phobos-Grunt con destinazione Marte. Insomma, è finita l'Unione Sovietica. Ma non la paranoia sovietica.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:38