Il braccio di ferro per il Pacifico

Il 16 aprile al largo delle coste filippine è cominciata un'imponente serie di esercitazioni congiunte Usa-Filippine, destinate a durare quasi due settimane, e che coinvolgeranno oltre 6000 militari di entrambe le nazioni. I rapporti fra Washington e Manila sono storicamente molto stretti, e regolarmente esercitazioni di questo tipo si tengono fra le reciproche forze armate.

Quest'anno, però, queste attività si svolgono a pochi giorni da alcune delicate tensioni fra le Filippine e la Cina, che si accusano reciprocamente di aver violato le rispettive acque territoriali. Lo scambio di accuse fra governi è un chiaro segnale di come il Mar Cinese Meridionale stia diventando sempre più un elemento strategico di primo piano nella geopolitica asiatica. Questo tratto di Oceano Pacifico, geograficamente circondato da Vietnam, Indonesia, Malesia, Filippine e Cina, è una delle principali fonti di tensioni fra i paesi rivieraschi. In particolare alcuni affioramenti, come le contese isole Parcels e Spratly, periodicamente riaccendono il dibattito fra gli Stati, interessati a possederle per sfruttarne le risorse energetiche ed i fondali marini, ma anche le rotte commerciali e le posizioni strategiche.

Controllare questo tratto di oceano, però, richiede capacità navali sviluppate, cosa che le varie nazioni stanno cercando di conseguire prima delle altre. I recenti sviluppi della marina militare di Pechino hanno così spinto molti altri Stati, come le Filippine, ad "appoggiarsi" all'alleato americano in funzione anticinese.

Dal canto loro gli Stati Uniti non vogliono essere marginalizzati in questa regione da nessuno degli altri attori in gioco. Questo desiderio di Washington, unito alle paure regionali per la crescita cinese, spiega facilmente come mai diversi alleati tradizionali degli Stati Uniti, quali il Giappone, la Corea del Sud o le Filippine, abbiano intensificato il ritmo delle esercitazioni navali congiunte, simulando una completa gamma di azioni marittime e anfibie.

Le prove di questi giorni, quindi, saranno utili alle forze armate filippine per migliorare il loro addestramento, ma anche per mandare un messaggio a Pechino, e neanche troppo velato. Il luogo principale delle manovre, infatti, sarà nei pressi dell'isola di Palawan, ovvero quel "dito" di terra filippino più vicino alle contese Spratly.

Gli statunitensi, invece, ne guadagnano perché rafforzano il legame e la cooperazione militare con il governo di Manila. Invece che sfidare la crescente potenza cinese in modo diretto, Washington ha optato per un approccio più multilaterale e cooperativo. Interagendo con gli alleati locali si possono conseguire obiettivi utili contenendo nel contempo le ingenti spese militari della difesa Usa. Negli stessi giorni, poi, il governo di Taiwan ha lanciato la sua esercitazione anfibia Han Kuang ("Gloria Han"), la principale dell'anno. La Cina è avvisata: la sfida nel Mar Cinese Meridionale si sta scaldando.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:31