La fragile tregua siriana

Una giornata di calma apparente in Siria, dopo che il dittatore Bashar al Assad ha proclamato il cessate-il-fuoco in tutto il Paese, secondo il piano di pace proposto dal Kofi Annan, inviato delle Nazioni Unite. Calma solo apparente, perché l'esercito di Damasco non ha rispettato affatto i punti richiesti nel piano di pace. Avrebbe dovuto ritirare carri armati e artiglieria dai centri urbani entro il 10 aprile e poi rispettare il cessate-il-fuoco entro il 12. Ma nessun mezzo pesante dell'esercito è stato ritirato dalle sue postazioni. E anche lo stesso cessate-il-fuoco, ieri è stato violato da alcuni scontri.

Il Consiglio Nazionale Siriano (l'opposizione) denuncia anche numerosi arresti. E oppositori locali hanno diffuso la notizia dell'uccisione di almeno otto persone. Le autorità siriane avrebbero anche chiesto aiuto ai pasdaran iraniani per tenere la situazione sotto controllo. Ieri l'intelligence di Damasco avrebbe infatti contattato la brigata Al Quds, perché preoccupata dal possibile dilagare della protesta a Damasco contro il presidente. A riferirlo è un uomo d'affari siriano, Abdulrahman al Ali, che cita fonti del ministero dell'Interno. Secondo la fonte è ancora alto il rischio che la situazione possa sfuggire di mano alle autorità siriane, al punto che oltre agli operativi dell'unità Al Quds sarebbero state allertate anche cellule fedeli ad Al Sadr (il guerrigliero sciita che mise a ferro e fuoco l'Iraq nel 2004) e di Hezbollah, il movimento armato sciita filo-iraniano libanese. Sarebbe l'ulteriore prova che il regime di Damasco è l'anello di congiunzione fra il regime iraniano e i movimenti sovversivi del Medio Oriente.

Nel corso della giornata, la situazione è rimasta molto tesa a Damasco, malgrado il cessate il fuoco. Sempre al Ali ha spiegato che il ministero dell'Interno ha ordinato alla polizia anti-sommossa di andare in strada in borghese per valutare il rischio di rivolta.

Dunque si tratterebbe di un ennesimo bluff del regime? All'Onu sembrano dar molto credito a Damasco, almeno questa volta. Russia e Cina hanno subito preso le parti di Assad, esortando i ribelli a rispettare, anche loro, il cessate-il-fuoco. Ma anche gli altri membri occidentali del Consiglio di Sicurezza si mostrano ottimisti e parlano di un «barlume di speranza» per la soluzione della crisi siriana. Sia Kofi Annan che la Lega Araba chiedono ora il rapido dispiegamento di osservatori internazionali per monitorare la tenuta della tregua.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:46