La Grecia uccisa dallo statalismo

Atene è di nuovo in aperta rivolta, mentre la situazione economica resta disperata. La polizia in assetto antisommossa ha usato i gas lacrimogeni contro i circa 1.500 manifestanti armati di bombe molotov e pietre che si erano riuniti davanti alla sede del Parlamento, in piazza Syntagma, per protestare. Dieci persone sono state arrestate, due sono state ferite e ricoverate in ospedale. Fra i feriti dei primi scontri, avvenuti nella serata del mercoledì, figurano anche due giornalisti televisivi, Rania Maniou e Giorgos Gerafentis, strattonati e colpiti da agenti di polizia. Metodi duri quelli delle forze dell'ordine, che dimostrano quanto la situazione stia scivolando fuori controllo.

Le proteste, questa volta, non sono scoppiate in concomitanza con un voto parlamentare su un nuovo pacchetto di austerity, né per l'uccisione di un anarchico. Sono iniziate, sotto forma di manifestazioni pacifiche, per solidarietà con un anziano pensionato che si è tolto la vita perché non reggeva più la crisi economica. L'uomo, un ex farmacista di 77 anni, si è suicidato in un angolo della piazza Syntagma mercoledì mattina, vicino alla fermata della metropolitana dove la gente si stava affollando per andare al lavoro. Ha lasciato un biglietto spiegando di aver scelto il suicidio perché non più in grado di sopravvivere con la sua pensione: «Non trovo altra soluzione se non quella di una fine degna prima di dover iniziare a rovistare nella spazzatura in cerca di cibo». Il suo "testamento" è stato ritrovato nella sua borsa e citato dalle emittenti locali. Il caso ha profondamente commosso l'opinione pubblica e centinaia di persone si sono recate sul luogo in cui l'uomo si è tolto la vita per lasciare fiori o biglietti. Di qui alla nuova rivolta il passo è stato molto breve. Alla fine della stessa giornata iniziavano gli scontri con la polizia di fronte al Parlamento. La polizia è intervenuta con lanci di lacrimogeni e cariche dopo che gruppi di manifestanti avevano iniziato a lanciare pietre contro gli agenti.

La disperazione dei greci è palpabile e può essere ben spiegata da queste cifre: 20% di disoccupazione, 25% di senzatetto in più dal 2009 ad oggi, 30mila impiegati pubblici licenziati solo nell'ultimo pacchetto di austerity, tagli del 20% sulle pensioni superiori a 1000 euro. E questa tragedia ha una causa fondamentale: una spesa pubblica insostenibile. Le inchieste di questi mesi stanno scoprendo scenari di sperperi inimmaginabili. Ad esempio, diversi responsabili della Genop-Dei, l'organo sindacale dei dipendenti della compagnia elettrica nazionale, hanno incassato per anni milioni di euro per viaggi di lusso o missioni all'estero mai effettuati ma regolarmente rimborsati, oppure per rimborsi spese per ospitare colleghi di altri Paesi mai venuti in Grecia o consulenze affidate ad amici a parenti e mai fornite. Soltanto nel triennio 2008-2010, l'organo sindacale della compagnia e l'Ente per le Attività Sociali dei Lavoratori della Dei (Okde) hanno speso quasi 900mila euro presentando fatture per più di 1 milione. Nel biennio 2005-2006 sono stati spesi 5 milioni di euro per programmi di turismo sociale, poco o per niente controllati.

Ma le migliaia di persone che protestano in Piazza Syntagma vogliono realmente meno statalismo? Finora protestano solo contro i tagli alla spesa pubblica.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:48