Elisabetta Gardini è persona – come è noto – gradevole e in gamba e se la cava anche bene nel corso delle trasmissioni televisive di approfondimento politico. Tuttavia, mi pare proprio che, sottoscrivendo questa ultima proposta di legge in tema di riforma del condominio, di cui tanto si sta discutendo sui mezzi di comunicazione, abbia commesso un grave e inesplicabile errore. Non mi soffermo su aspetti diversi e che meriterebbero pure di essere commentati – come per esempio la laurea ritenuta necessaria per l’esercizio di attività di amministratore – ma sull’innovazione che, se approvata in via definitiva, appare capace di rinnegare consolidati e irrinunciabili principi giuridici. Alludo alla previsione secondo la quale il creditore del condominio potrebbe rivalersi non solo sul conto corrente intestato al condominio medesimo, ma anche su quelli dei singoli condomini che siano in regola con i pagamenti delle quote condominiali e non – come è ancora adesso – su quelli dei condomini morosi perché in ritardo con il pagamento di tali quote.
Insomma, si vorrebbe introdurre una autentica responsabilità per fatto altrui, in quanto il condomino in regola dovrebbe coprire l’ammanco generato da quello moroso, inaugurando una sorta di responsabilità solidale fra tutti i condomini, quasi si trattasse di soci di una società di persone. Dal punto di vista giuridico, una riforma del tutto insostenibile. Per un verso, perché nel mondo del diritto, la solidarietà – cioè la regola secondo cui ciascun soggetto risponde anche per tutti gli altri, salvo rivalsa successiva nei loro confronti – può sussistere soltanto fra chi si trovi nella stessa posizione giuridica, cioè in questo caso fra debitori: ma dal momento che mentre i condomini morosi sono debitori e quelli in regola con i pagamenti non lo sono, come mai sarà possibile coinvolgere questi nella solidarietà debitoria con quelli?
Non si possono mettere insieme, infatti, posizioni eterogenee – debitori e non debitori – come nulla fosse, come appunto si trattasse di soci della medesima società a responsabilità illimitata verso i terzi. Il condominio non è – e non può essere – una società di condomini e tanto meno a responsabilità illimitata. Per altro verso, se questa assurdità fosse approvata, si avrebbe, come sopra accennato, una forma di vera ma inammissibile responsabilità per fatto altrui, in quanto chi ha già pagato il dovuto potrebbe esser chiamato di nuovo a pagare ciò che invece altri non hanno pagato. Da qualunque parte la si consideri, questa proposta fa dunque rivoltare nella tomba Cicerone, Ulpiano, Papiniano e tutti coloro che abbiano avuto da millenni a cuore le ragioni del diritto e della giustizia. E i giuristi di oggi, di cui il Parlamento è pieno?
Aggiornato il 22 dicembre 2025 alle ore 10:08
