La paladina dell’intolleranza

Lunedì scorso, l’oracolo dell’intolleranza in gonnella, alias Francesca Albanese, ha cercato di mettere una toppa al suo ennesimo e scomposto intervento contro la “cattiva informazione”, intervenendo nel salotto televisivo di Massimo Giletti, in onda su Rai 3. Sebbene l’agguerrita pro-Pal abbia cercato di prendere le distanze dalla vergognosa azione squadrista dei numerosi utili idioti che ha destato la sede della Stampa, le sue precedenti dichiarazioni non possono essere derubricate a semplice fraintendimento. Lo spiega molto bene Antonio Polito in un condivisibile articolo pubblicato sul Corriere della Sera, il cui titolo è tutto un programma: “Francesca Albanese, dal rimprovero al sindaco di Reggio Emilia al monito ai giornalisti: la maestra dei pro-Pal che sale sempre in cattedra”. Secondo Polito, “Francesca Albanese appartiene a quel genere di persone che vogliono raddrizzare il legno storto dell’umanità”.

Per questo il suo “magistero” presso i giovani è pericoloso: perché predica che il mondo non potrà mai essere giusto e felice finché non vincerà la sua causa. Che nel caso specifico è la causa palestinese. Ma è una tesi che nel corso della storia contemporanea, da Georg Wilhelm Friedrich Hegel in poi, è stata applicata a qualsiasi cosa: la nazione, la classe, la razza, la religione. Da questo punto di vista si può dire che Albanese è una fondamentalista. Perché pretende di salvare l’umanità da Israele, per giunta vestendosi dell’autorità dell’Onu”. Aggiungo che il suo inaccettabile moralismo, che l’ha portata con estrema nonchalance a bacchettare durante una cerimonia pubblica il sindaco di Reggio Emilia, sta contribuendo ad avvelenare i pozzi di un dibattito interno già di per sé simile a quello delle tifoserie calcistiche.

A seguito dello scomposto giustificazionismo espresso da quest’ultima nei confronti degli squadristi che hanno devastato il quotidiano torinese, persino alcuni deputati del Partito democratico hanno duramente stigmatizzato le parole di un personaggio pubblico che si comporta come il classico elefante nella cristalleria. In particolare, l’ex sindaco Virginio Merola, attualmente deputato dem, si è rivolto al suo successore, Matteo Lepore, chiedendogli di prendere in considerazione l’eventualità di revocare alla stessa Albanese la cittadinanza onoraria. D’altro canto, dato che la sinistra ha molto contribuito a costruire un’aura di credibilità intorno a una donna che per molti è divenuta il simbolo della più ottusa intolleranza, non c’era bisogno di un vergognoso assalto alla libertà dell’informazione per prenderne doverosamente le distanze.

Aggiornato il 03 dicembre 2025 alle ore 11:18