
Chissà se oggi qualcuno si ricorda la famigerata Conferenza di Durban delle Nazioni unite, quando si voleva fare si che Israele venisse dichiarato Stato in cui si pratica l’apartheid? Era il 31 agosto 2001 quando i delegati israeliani lasciarono la Conferenza, e anche quelli americani si opposero a questa weltanschauung. Il summit finì l’8 settembre 2001 con un nulla di fatto, anche se un vulnus terribile era stato posto nell’immaginario mondiale. I semi dell’odio diedero il primo frutto tre giorni dopo. Quando ci furono gli attacchi alle Torri gemelle a New York, che segnarono un ventennio abbondante caratterizzato dal terrorismo islamico in grande stile.
Oggi, a distanza di oltre 24 anni da quei giorni terribili si può affermare che il perverso disegno islamista di Durban è stato portato a compimento: Israele costretto a difendersi dall’ennesimo assalto omicida islamista del 7 ottobre 2023, per avere osato reagire nell’unica maniera possibile, si trova accusato di genocidio, razzismo e quant’altro. E adesso ci sta la Uefa che vorrebbe espellerlo da tutte le competizioni calcistiche per squadre e per nazionali. Esattamente come il Sudafrica di Frederik de Klerk. Per non parlare dell’Europa che vuole imporre sanzioni, e di alcuni Paesi che quasi quasi vorrebbero fare la guerra allo Stato ebraico per difendere i provocatori, finanziati in gran parte dalla rete di Hamas, della Global Sumud Flotilla. Una situazione in cui il bene sembra essere sopraffatto dal male. Oltre persino la visione proposta da Roberto Vannacci ne Il mondo al contrario. Con buona parte di chi in nome dei valori occidentali, pagani, ebraici e cristiani, crede di non doversi difendere da questa guerra più o meno asimmetrica iniziata e portata avanti dall’islam geopolitico.
Non è servita Oriana Fallaci, non è servito nulla. Il disegno della Conferenza di Durban, grazie all’azione perversa delle sinistre mondiali, votate al tanto peggio tanto meglio, sembra avere vinto. E adesso? Chi ci salverà dai barbari e dai tagliagole? I pacifisti? Sant’Egidio? Donald Trump che si è chiaramente rotto il cosiddetto, almeno a sentire cosa ha detto all’Onu, peraltro usando parole sacrosante. O i dibattiti surreali che si sentono a Rai Radio 3 a Tutta la città ne parla ogni giorno che Dio manda in terra? Ai posteri l’ardua sentenza.
Aggiornato il 26 settembre 2025 alle ore 13:13