
Sassolini di Lehner
Egregio Mario Draghi, in vista di un futuro davvero propizio, spiega al tuo sfegatato fan, Roberto Ztl, che la tua vera mira è poggiare le chiappe sul Quirinale, non a Palazzo Chigi e giammai sulle ceneri d’Italia auspicate da Dagospia. Tu che dispensi non richieste corpose omelie all’universo mondo, vedi di spendere un minuto del tuo prezioso eloquio retorico, per far rinsavire Roberto D’Agostino, che, puntando quotidianamente sul disastro nazionale, sul tanto peggio, tanto meglio, roso da odio maniacale verso la Garbatella, cioè Giorgia Meloni, rischia di diventare assai nocivo per la tua agognata ascesa al Colle. Del resto, D’Agostino, rispetto all’utilissimo Luigi Di Maio, è stato fin qui una puzzetta di sostenitore. Il notevole contributo a te offerto dal bibitaro fu tempestivamente ripagato da un’Unione europea perfettamente draghizzata. La Ue, infatti, lo designò per due volte come proprio Alto rappresentante nel Golfo Persico, impegno improbabile e risibile, ripagato, tuttavia, con stipendiuccio pari a 12mila euro netti al mese. Certo, l’entità di questo stipendio a carico di quel cretino cronico che è l’euroPantalone potrebbe attivare il Movimento dei forconi incavolati, mentre rimane il fatto accertato che gli incongrui servizi del turpiloquente Roberto verranno ripagati al massimo con una rosetta ripiena, neanche tanto, di mortadella di puro somaro pariolino. Del resto, l’unica vera affinità culturale tra Mario e Roberto è il tifo giallorosso, per il resto il divario di spessore è più che abissale: Draghi sta a Paulo Dybala come D’Agostino sta a Evan Ferguson.
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“Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo”. Così detta la parte del giuramento di Ippocrate evidentemente ignorata dall’anestesista di Ancona – mio nonno, vegliardo puntuto e profetico, forse, immaginando l’episodio, oracolò: “Meglio un morto in casa che un marchigiano fuori la porta” – che ha preferito scioperare per Gaza, proprio nel giorno in cui doveva essere operata una signora affetta da cancro al seno. La donna, incredula, ha così commentato la mancata mastectomia a causa di un ictus ideologico.
“Ero stata ricoverata il giorno prima, domenica, e sarei dovuta entrare in sala operatoria alle 14. Lunedì ho pianto sempre. Un malato oncologico non può ricevere certe notizie che con paura, col terrore che il cancro possa ripartire. Una settimana, per un malato di cancro, è veramente tanto. Finché il tumore rimane dentro di te, la paura è devastante. Scioperare è sacrosanto, ma fin dove si può spingere questo diritto? Fino a mettere a rischio la vita delle persone? Vorrei capire se avrebbe comunque scioperato se fosse stato un suo parente a dover essere operato”. In effetti, la signora e Ippocrate sono stati vilipesi non dal diritto, bensì dalla ottusa violenza di sciopero con tanto di picchetti organizzati da Hamas. In un Paese serio e rigoroso, codesto anestesista, da mandare più volte a fare in esculopio, sarebbe stato immediatamente restituito alla cura non dei malati, ma dei campi di ortiche. O, peggio, rinchiuso sine die in uno stanzino della casa di in-tolleranza, in compagnia degli im-pazienti Greta Thunberg, Enzo Iacchetti e Francesca Albanese.
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Il ministro della Difesa Guido Crosetto, nonostante lo stress da Vladimir Putin alle porte, si attiva come un ossesso per mostrarsi premuroso con gli antisionisti della Flotilla. Infatti, ha solennemente comunicato: “Per garantire assistenza ai cittadini italiani presenti sulla Flotilla questa notte ho autorizzato l’intervento immediato della fregata multiruolo Fasan della Marina militare. La fregata si sta già dirigendo verso l’area per eventuali attività di soccorso”. Non viene precisato nel comunicato se la Marina militare italiana, al fine di preservare la riuscita dell’iniziativa propagandistica gestita da Hamas e, magari, riscattare l'infausto precedente della battaglia navale perduta con la corazzata Vannacci, è pronta a navigare vela in resta, sino al bombardamento di Tel Aviv. Difendere gli italiani è buona cosa, ma non è detto che proprio tutti gli italiani, anche gli irresponsabili e i velleitari in cerca di popolarità, meritino di essere preservati, impegnando ed esponendo altri e bravi italiani. Di fregata in fregatura, quello che stupisce è il solito complesso d’inferiorità del centrodestra troppo spesso all’inseguimento acritico delle più smaccate e oscene sinistronserie.
Aggiornato il 25 settembre 2025 alle ore 12:55