
Sassolini di Lehner
La matematica non è un’opinione, ma i matematici sproloquianti sì. Piergiorgio Odifreddi, ad esempio, spesso dà i numeri, opinando teoremi da comunista petulante e da fiero oppositore della liberaldemocrazia. Il suo modello di cornice perfetta sarebbe nientemeno che il bolscevismo dal 1917 al 1924, cioè fame, degrado, carcere, terrore, besprizornye (i fanciulli abbandonati e randagi, spietati delinquenti). Inoltre, non disdegna, tanto per non farsi mancare nulla in quanto a sfondoni, di considerare Israele il male assoluto, addirittura dieci volte peggio della Germania nazista. Nuotando a ranocchietta nella squinternata sinistra italiana, dopo il Partito democratico veltroniano e il tifo per Ignazio Marino e, quindi, per Nicola Vendola – di mammo ce n’è uno solo – transitò, sprofondando, nelle sabbie mobili di “Pace Terra Dignità”, con tanto di firma autenticata di Michele Santoro. A volte, risulta pure divertente, sparando freddure tipo: abolizione del Vaticano capitolino ed immediato trasferimento del soglio di Pietro a Gerusalemme, cioè nella capitale del Terzo Reich alla decima potenza. Si sforza di risultare insolito e sorprendente, quando, ad esempio, ieratizza pure la trigonometria, affermando: “La vera religione è la matematica”. In verità, parecchi secoli prima di lui, scuola pitagorica, kabbalah, aritmologi, divinatori numerologici, templari cultori della “geometria sacra” ed altri pazzoidi e fantasiosi esoteristi crearono arzigogolate sinergie e connessioni tra algebra e paradiso, fra numero e divinità.
L’ultima sua sparata, però, non apparterrà all’antologia delle mere comiche e scompiscianti c… azzate e non farà per niente ridere, perché rimanda al sangue di via Fani e di via Caetani. Ha, infatti, legittimato l’assassinio di Charlie Kirk, opinando: “Sparare a Martin Luther King o a un rappresentante Maga non è la stessa cosa. L’uno predicava la pace, l’altro l’odio”. Insomma, il Decalogo per Piergiorgio è elastico, anzi à la carte: “il non uccidere” non vale sempre, essendo più o meno tassativo a seconda delle idee della vittima. Se Kirk non è conforme al pensiero unico sinistronso, dunque, lo si può prendere di mira e colpirlo a morte. Dato che l’espressione semina astio, Piergiorgio, con aritmetica illogicità, non si rende conto che giustificare l’omicidio politico, quando la vittima è di destra o fautore del Make America Great Again, significa nient’altro che predicare odio. Il che comporterebbe di conseguenza che qualche fuori di testa si possa sentire autorizzato a sparare sul collo di Odifreddi, in quanto retore divisivo e seminatore di odio. Il funesto evento mi darebbe sincero dolore, nutrendo, per codesto astioso giammai equilibrato opinante, sempre in ringhiosa rincorsa verso l’originalità anche a colpi di fregnacce (vedi in alcuni casi l’aborto obbligatorio per legge), dosi di umana premura e, talvolta, di compassionevole assistenza da crocerossino. E anche simpatia? Perché no? ma in modica quantità.
Lo stesso Roberto D’Agostino, pur meno titolato e di incerto spessore, sempre impicciato con l’aritmetica, ma nel ruolo di modesto ragioniere impegolato con le partite doppie, si mostra poco dolente per l’omicidio del povero Charlie, al punto di colpevolizzarlo perché assiduo frequentatore, 100 visite sospette, della Casa Bianca, fin dal primo Trump; con l’aggiunta luciferina di spropositi tipo che magari a sparargli sia stata la destra statunitense su ordine del Caligola di Mar-a-Lago, testa di dazio, coatto della Casa Bianca, bulletto, l’idiota, cowboy coatto (questi sono solo alcuni degli insulti quotidiani di Dagospia). Roberto è furbo: utilizza turpiloquio da osteria, dopo il terzo fiasco, verso capi di Stato stranieri, solo da quando è stato abrogato l’articolo 297, che prevedeva da uno a tre anni di reclusione per insulti all’onore ed al prestigio di premier e presidenti esteri.
Spunta l’altro immancabile Roberto, Saviano, che a me fa venire le gomorroidi, il quale, plagiando, pardon, imitando Fabrizio Maramaldo, s’impegna a uccidere Kirk già morto: “Non ho alcuna empatia con Charlie Kirk. Disprezzo ciò che ha detto, ciò che ha fatto. Non riesco ad accodarmi al coro morale, con tutto il rispetto, di chi dice che qualsiasi vita umana va rispettata”. Ebbene, se dovesse succedere qualcosa di brutto al non empatico Saviano, nonostante la distanza abissale, mi dispiacerebbe e parteciperei afflitto con gli altri dolenti, perché anche gli odiosi pontificatori probabilmente appartengono al genere umano. Forse Dio c’è, oppure brilla lassù la santissima equazione, tant’è che alla fine è stato preso l’assassino di Kirk, un certo Tyler Robinson, non soltanto contiguo al mondo transgender – conviveva con un maschione in transito femmineo – ma quasi, quasi, italocomunista, essendosi esibito come antifascista del tipo partigiani assassini, ovvero i carnefici del triangolo della morte o i criminali rossi della “Volante Rossa” (ecco i nominativi da ricordare: Otello Alterchi, Felice Arnè, Giordano Biadigo, Bruno Bonasio, Primo Borghini, Mario Bosetti, Natale Burato, Luigi Canepari, Camillo Cassis, Ennio Cattaneo, Domenico Cavuoto, Giulio Cimpellin, Ferdinando Clerici, Luigi Comini, Walter Fasoli, Paolo Finardi, Mario Gandini, Pietro Jani, Giacomo Lotteri, Luigi Lo Salvio, Angelo Maria Magni, Sante Marchesi, Antonio Minafra, Mario Mondani, Giuseppe Morandotti, Angelo Ostelli, Mauro Ostelli, Giulio Paggio, Ettore Patrioli e Eligio Trincheri).
“Bella ciao” per il killer Tyler ha risuonato, come le criminali armonie dei Francesco Moranino, in promessa di morte e licenza di uccidere. Tyler appartiene o è stato influenzato dalla banda dell’estremismo dem, come la giudice sostenitrice di Kamala Harris, che non ha voluto incarcerare un delinquente pericoloso e squilibrato (arrestato già 14 volte), che, una volta libero, ha, senza motivo alcuno se non la propria belluinità, ucciso in North Carolina la rifugiata ucraina Iryna Zarutska. Quella giudice, seminatrice non di odio, ma proprio di morte, andrebbe o no presa a legalitari calci sulle gengive?
Tuttavia, il vertice del ribrezzo, l’apice del voltastomaco, ben oltre Odifreddi, D’Agostino, Saviano e gli orfani rincretiniti della Harris, se lo guadagna la presidenza dell’Europarlamento, che ha negato il richiesto minuto di silenzio per l’assassinio di Kirk, cioè del libero pensiero. Si tratta del medesimo Europarlamento occupato, a suon di migliaia di euro e di tangenti, da troppi Godot, grandi assenti, nonché da paraventi totali al servizio di pericolosi megalomani come George Soros. La Polonia, dopo i 21 droni russi, avvistati ma non intercettati dagli ucraini, chiese opportunamente una riunione d’emergenza al Parlamento europeo. A riprova dello euroschifo imperante in codesta istituzione maleodorante, su 750 parlamentari strapagati e, molti dei quali, superbonificati con valigie ricolme di cartamoneta, se ne sono presentati soltanto 50. Come si dovrebbero sentire i polacchi, se questa è l’inesistente Ue che promette di difenderli? È possibile morire, aspettando Godot.
Aggiornato il 15 settembre 2025 alle ore 09:52