
Sassolini di Lehner
Satana ha stravinto il concorso in magistratura e secondo autorevoli analisti ormai non poche toghe si comportano come bizzarre testoline scappate di casa. Nella problematica Sicilia, ormai, la vera battaglia per il controllo di legalità, più che l’antimafia, sembra essere la guerra totale di Stato, Ordini ed Istituzioni ai nemici dell’anticristo. Deve aver ispirato quest’ultimo ingaggio, ad esempio, dei togati, impegnati anima e corpo nella iconoclastia giudeo-cristiana, l’ormai leggendario pubblico ministero Roberto Scarpinato, divenuto, per il gaudio della Repubblica e diretta responsabilità grullina, senatore. Per misurare la caratura intellettuale e culturale del togato trasferitosi dalle Procure a Palazzo Madama, sarà utile citare alcune indimenticabili antiche chicche, che fanno riflettere sul penetrante mordente retorico del nostro parlamentare: “Chi conosce la storia occulta dell’Italia e la potenza delle grandi strutture criminali, sa che non è azzardato, né frutto di un cupo pessimismo antropologico, ritenere che la situazione attuale ricorda… quella che venne a crearsi in Cile negli anni Ottanta, conclusasi tragicamente con la fine del presidente Allende”.
Il golpe cileno e la tragica fine di Salvador Allende – lo sa addirittura Luigi Di Maio – risale al settembre 1973, nulla a che vedere con “gli anni Ottanta”. Non solo Lex, anche Historia, fondata su spazio e tempo precisi e non a casaccio di cane, non dovrebbe ammettere ignoranza, ottusa e crassa, quand’anche indotta dalla furia comunistoide di voler demonizzare i felici anni Ottanta di Bettino Craxi, salvando i tetri anni Settanta delle Bierre, del lugubre Enrico Berlinguer, del marx-bigotto compromesso storico. Inoltre, neanche l’ex senatrice Sara Paglini sa che la vera disgrazia di Allende non provenne tanto da Augusto Pinochet – secondo la pentastellata Sara, “Pino” di nome e “Chet” di cognome – quanto dall’aver sventatamente concesso credito e potere al comunista, nonché agente del Kgb, Luis Corvalàn. L’anima nera, anzi brezneviana, del Governo Allende, peraltro, dal golpe uscì sano e salvo: dopo meno di tre anni di galera – come una semplice truffa – fu liberato e scambiato nel 1976 con il dissidente russo, il grande liberaldemocratico Vladimir Bukovskij, autore di saggi basilari come “Gli archivi segreti di Mosca” e il profetico “Eurss-Unione europea delle repubbliche socialiste sovietiche”. Da notare che per il fondamentale contributo alla sovietizzazione tipo Cuba del Cile, Corvalàn, mentre era ancora detenuto in carcere, fu insignito dal Cremlino, nel 1974, del “Premio Lenin per la pace”!
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum et scarpinatum: infatti, la vera grande impresa scarpinante, che, oggi, cade proprio a fagiolo, riguarda l’avviso di garanzia e la richiesta di rinvio a giudizio di quel delinquente matricolato chiamato Yahweh. Tale exploit spicca nel conato sociologico pubblicato da MicroMega (mi pare nel 1998), sotto il titolo (“Dio dei mafiosi”) ed un sottotitolo tra il blasfemo e l’antisemita (“Per una teologia di Cosa nostra. L’etica adattata alla logica di una sola grande famiglia, dove si può uccidere perché si obbedisce a ordini superiori. Una piramide che vede nel Dio del Vecchio Testamento l’ultimo – e il più terribile – dei padrini”). Per par condicio e magari non farsi accusare di fobie antigiudaiche, Scarpinato, alla fine della requisitoria, convocò in Procura anche Paolo e Pietro, recidivi rei confessi di cattolicesimo aggravato e reiterato, come ulteriore marchio tipico della mafia. Posto lo sproposito che il Creatore sia più terribile di Giovanni Brusca – a proposito, grazie alla “lungimirante” legislazione antimafia, dallo scorso giugno è tornato in libertà il pluriomicida che, fra gli altri orrori, fece sciogliere nell’acido, dopo averlo strangolato, il tredicenne Giuseppe Di Matteo – non sorprenderà la seguente storiaccia trinariciuta in quel di Trinacria.
In una scuola di Palermo si presenta in classe una studentessa satanista, che ci tiene a esibire la propria oscurità mentale, mostrando sul proprio collo il crocifisso capovolto, eloquente biglietto da visita dei luciferini. Da notare che la proterva ostentazione del simbolo diabolico richiamava, stridendo brutalmente, la recente vicenda del satanista di Altavilla Milicia (Palermo), che nel corso del rituale, sollecitato direttamente da Belzebù, uccise moglie e figli. Il professore, memore dell’orrendo sterminio familiare, stigmatizza la fanciulla di Satana. Per tale naturale e dovuta reazione viene punito, con sospensione per tre giorni dall’insegnamento e privazione della relativa retribuzione. Secondo l’illuminata dirigenza dell’istituto scolastico, il docente avrebbe leso la dignità della studentessa, offendendo le sue convinzioni religiose. L’insegnante, nonostante non abbia la fortuna d’essere notorio bestemmiatore, né comunista iscritto come un ex alto magistrato a GaMa.Di. (Gruppo atei, materialisti dialettici) e nemmeno migrante clandestino, spacciatore se non peggio, si rivolge fiducioso al Tribunale del Lavoro per avere giustizia.
Il Tribunale del lavoro giustizia la rende subito ma al sacro satanismo, rigettando il ricorso del docente. Insomma, Lucifero, l’angelo ribelle, precipitato dal Creatore sulla Terra, dove assunse il nome di Satana, boss dei diavoli e portatore di ogni male, è stato riabilitato e ricondotto in cielo da dirigenti scolastici e da togati siculi, i quali, sentendosi fortemente inclusivi, pretesero di far passare il culto del serpente biblico come manìa rispettabile, ergo da preservare da ogni discriminazione. In realtà, i rituali di devozione a Satana sono manifestazioni di odio viscerale e altero dileggio verso chi crede in Dio, ergo rappresentano un credo discriminatorio, essendo non pro, ma esclusivamente contro. Dunque, secondo codesti cervelloni – quanti di loro apparterranno al 37 per cento di italiani semianalfabeti che non capiscono quello che leggono? – non è lecito contrastare gli abominevoli e, talora, sanguinari satanisti, tesi malignamente a discriminare e maledire i credenti.
L’inno a Satana di Giosuè Carducci non va, comunque, confuso col satanismo. Questa volta da sinistra, siamo sprofondati di nuovo nelle mortali assurdità anni Quaranta, tipo: “Adolf Hitler è buono e vuole bene ai bambini”; o nelle tragiche follie degli anni Sessanta come il mito del pluriomicida Charles Satanasso Manson, demoniaco assassino, fra le altre vittime innocenti, di Sharon Tate, moglie (in quel momento, pure incinta) di Roman Polański. Ebbene, da miscredente totale ritengo imperativo categorico rispettare chi ha fede verso il Creatore e disprezzare i malefici adoratori di Satana, mandandoli, come fece il professore sanzionato, al diavolo. A riprova di tale moralità laica e liberale, mi procura fastidio e nausea chiunque usi la bestemmia come normale intercalare.
Aggiornato il 11 settembre 2025 alle ore 10:13