Mario Draghi for president

Sassolini di Lehner

Care amiche, se intendete portare a spasso l’amico cane di prima mattina, insieme a guinzaglio, museruola e raccogli cacca, munitevi di un mitra, perché potrebbe aggirarsi un rifugiato del Gambia, ospitato, coccolato, garantito, ripulito e finanziato dai noi deficienti ac-coglioni, ovviamente per motivi più che filantropici. Trattasi di gambiano immigrato con protezione umanitaria e permesso di soggiorno, dunque regolare, il quale, però, di regola potrebbe regolarmente aggredirvi, rapinarvi e, con un coltello alla gola, violentarvi. Nel timore, se non la certezza, che un giudice lo rimetta presto in libertà, armatevi o fatevi accompagnare da un provetto maneggiatore di tortore.

Cari amici, se uno sconosciuto esige da voi una sigaretta, nell’italietta giudiziaria, si consiglia di donare il pacchetto o addirittura l’intera stecca. È l’unico modo per evitare una coltellata alla schiena, tra midollo osseo e arterie, da parte di un tizio in libertà, mentre, nell’ipotesi astratta di giudici meno buonisti o mai stati “democraticamentestalinisti, maoisti, lottacontinuistipotereoperaisti, occuperebbe una cella prenotata a vita a suo nome nelle patrie galere. Comunque, bisogna ammettere che il fumatore esigente può risultare più nocivo alla salute della demonizzata donnaccia nicotina.

A proposito di fumo, Dagospia, pardon, Draghispia, oltre l’ennesima aggressione a Gennaro Sangiuliano, colpevole d’essere laureato, saggista erudito e colto – una sorta di icona angosciante, tremendo spauracchio per chi può vantare solo il diploma di ragioniere – ci regala la pistola fumante con lo scoop di fine agosto: Elly Schlein avrebbe innalzato il Partito democratico oltre il 24 per cento, mentre Giorgia Meloni avrebbe fatto crollare Fratelli d’Italia al 23 per cento. Tali improbabili cifre scaturirebbero da un sondaggio segreto – magari effettuato dagli 007 della Lubjanka o da qualche eurocommissario ricco di gonfi borsoni e valigie stracaricate da George Soros – che fa sperare il nostro già impiegato di banca nella vittoria, nel 2027, della immonda ammucchiata sinistronsa. L’augurio si conclude con l’annuncio ai draghisti di lotta e di pagnotta della lieta novella: “Giorgia dei Due Mondi sarà ricordata solo come un brutto incubo”.

Tanto livore è inspiegabile in chi dovrebbe spendersi per soddisfare il sogno del “vile affarista”, già stra-trombato e malamente umiliato, di arrivare, almeno ottantenne, al Quirinale. Soltanto il centrodestra ormai in galoppante mutazione (pare il nuovo infingardo scudocrociato), le cui patetiche distrazioni umanitarie e antisioniste rappresentano costante programmatica, potrebbe, infatti, osare di draghizzarsi, mentre, ad esempio, il vendicativo Giuseppe Conte, invece del Colle, spedirebbe Mario laggiù, nella valle dei dannati, bolgia dei pontificatori.

Invece, l’odio acceca Roberto DAgostino e lo condiziona sino all’incoerenza e alla dannosità inconsapevole verso un personaggio che, rara avis, sa essere assai grato con gli utili idioti o con i veri amici. Del resto, Mario Draghi mira ancora al Quirinale, tanto da scaricare gli euro-amiconi, già suoi eurovalletti, nell’omelia tenuta al Meeting di Rimini. Denudare il nulla eterno, cioè Ursula von der Leyen, deridendo l’inesistenza di Emmanuel Macron e degli altri volenterosi, trova ovunque ampio consenso, trattandosi di giudizio diffuso e ben giustificato, anzi pura verità. Davanti agli antigiudei naturali di Comunione e Liberazione, il già “liquidatore dell’industria pubblica italiana” non ha, indi, mancato di accattare altri applausi, impiegando furbescamente l’accenno demagogico emotivo al “massacro di Gaza”. Anche il proPalismo è benzina for president.

Esimia Giorgia Meloni, nonostante l’astuta deriva democristiana, Roberto ti riduce al 23 per cento e ti annuncia la débâcle del 2027. Ebbene, noi che ti vogliamo bene e ti stimiamo, ti diciamo: “Salvati!”. Comincia, perciò, a sponsorizzare Draghi come prossimo presidente della Repubblica. Vedrai che, male che andrà, sarai nominata senatrice a vita o, al peggio, rappresentante speciale della Ue nel Golfo Persico e chissà in quante altre insenature oceaniche. Di sicuro, vali assai di più di Luigi di Maio agli occhi del mondo e del presidente. Viva Draghi for president, quindi, anche per eliminare veleno alla viperetta Dagospia.

Aggiornato il 28 agosto 2025 alle ore 10:32