L’errore strategico della sinistra

Soprattutto da quando un’estremista come Elly Schlein ha assunto la guida del Partito democratico, la sinistra insiste in modo ossessivo a sventolare la bandiera dell’immigrazione incontrollata. O almeno ciò è quello che viene percepito nell’immaginario di tante persone, molte delle quali da sempre appartenenti a una cultura politica di stampo progressista. In particolare, la reiterata propaganda a sostegno dell’accusa sul “caso Diciotti” a Matteo Salvini e, di riflesso, su quella di questi ultimi giorni, relativa al rimpatrio del libico Osama Almasri (vicenda che avrebbe dovuto consigliare all’attuale Governo di imporre il segreto di Stato), oltre alle infinite polemiche scatenate in merito ai Centri di prima accoglienza per i richiedenti asilo in Albania, non fanno altro che mandare all’esterno il seguente messaggio: vogliamo una incontrollata politica migratoria delle porte aperte. Un messaggio che per chi vive nelle periferie di questo disgraziato Paese, trovandosi più esposto agli effetti reali dell’immigrazione clandestina, non può che risultare politicamente devastante, a prescindere da cosa poi, nell’eventualità che la stessa sinistra dovesse tornare nella stanza dei bottoni, Schlein & company decidessero di fare nei confronti del citato, colossale problema.

In questo senso, la percezione di una lenta ma inesorabile invasione da parte di popolazioni con usi e costumi spesso assai diversi dai nostri, oltre a scatenare quelle cosiddette guerre dei poveri che tutti a chiacchiere – sinistra politico-sindacale compresa – sostengono di voler scongiurare, tende a far scattare nella psicologia di massa delle nostre sparse comunità un senso di pericolo imminente il quale, così come dimostrato da parecchi sondaggi, li allontana sempre più dalle istanze vetero-terzomondiste del fronte progressista, o campo largo, che dir si voglia. Si tratta, dunque, di un grave errore strategico che altrove analoghe forze politiche stanno cercando di non commettere (basti pensare alla crociata contro l’immigrazione promossa dal primo ministro laburista, Keir Starmer, nel Regno Unito), e che continua a rappresentare un elemento di grande fragilità nella piattaforma programmatica di una sinistra che sembra avere sempre meno idee e piuttosto confuse.

Aggiornato il 08 agosto 2025 alle ore 10:21