
La battuta che circola è questa: “Se le Brigate rosse si fossero a suo tempo convertite all’Islam avrebbero avuto miglior sorte”. Cioè quella di Hamas. Che può – oltre a praticare il terrorismo da decenni – impunemente creare episodi di conflitti a fuoco mentre si distribuiscono cibo e medicine a Gaza per poi fare ricadere la colpa sullo Stato ebraico delle inevitabili uccisioni. O che può far circolare decine di foto-truffa di bambini che deperiscono per la carestia, che non sembra affatto esserci a Gaza, e che poi ci si rende conto essere state estratte da altri contesti di guerra di anni prima.
Nel pezzo se ne pubblicano tre: una scattata in Yemen, una in Siria e una in Iraq. Tutte e tre vengono in questi giorni vendute come esempi fotografici delle conseguenze della fame creata da Israele a Gaza e vengono pubblicate senza ulteriori controlli sui maggiori organi di informazione europei (anche italiani). A esse si aggiunge un’altra foto truffa clamorosa: quella di un bambino palestinese che soffre di una malattia genetica rara e che viene attualmente curato in Italia. Anche questa è stata spacciata per immagine di malnutrizione a Gaza. Tutte queste falsificazioni più o meno consapevoli non è che non producano effetti: l’ondata mondiale di antisemitismo sta dilagando peggio che negli anni Trenta. Forse pure Adolf Hitler e Joseph Goebbels, avessero immaginato di come era facile provocare odio antiebraico così “a buon mercato”, avrebbero fatto un pensierino a far convertire la Germania nazista all’Islam filo-Hamas. Che esisteva già all’epoca (anche se Hamas ovviamente ancora non era nato) sotto la specie della fratellanza mussulmana. Fondata da Hasan al-Banna. Tra gli ultimi effetti collaterali di questa campagna di odio si segnala l’aggressione, per fortuna solo verbale – ma con minacce pesanti – a un rabbino e a suo figlio (clicca qui per il video)in un autogrill vicino a Milano (area di servizio Villoresi Ovest).
Ecco, i quotidiani nazionali, europei e tutti gli altri organi di informazione che pubblicano le foto-truffa e che danno spazio a questa teppa antisemita, intervistando i suoi teorici più famosi nei talk-show come sulla carta stampata, e intervistando altresì quei politici della sinistra che hanno scelto questa scorciatoia anti-Israele per fare cassa elettorale, si porteranno addosso per sempre questa indecenza: essere stati gli apripista di una nuova campagna di “caccia all’ebreo” in mezzo mondo. Alcuni giorni fa una compagnia aerea ha fatto scendere una quindicina di bambini israeliani perché si erano messi a cantare in ebraico sull’aereo. Forti con i deboli e deboli con i forti. Come tutti i vigliacchi. E la vigliaccheria è la cifra esatta sia dell’antisemitismo sia del conformismo di quella informazione che sotto sotto gli strizza l’occhio.
E non si venga a dire che questo comportamento è facilitato d un governo israeliano che si può definire di estrema destra. Questo è l’alibi politico per tutte le menzogne. Basterebbe andarsi a riprendere le copie de l’Unità ai tempi del Governo Begin o di quello di Ariel Sharon (e segnatamente delle due guerre in Libano), e ancora prima fino a Golda Meir, per rendersi conto che il problema non è la collocazione politica degli esecutivi israeliani. È lo Stato di Israele che risulta indigesto a chi nasconde il proprio odio antiebraico dietro la foglia di fico della causa palestinese.
Aggiornato il 29 luglio 2025 alle ore 10:05