È ora delle nazionali di calcio Lgbtqia+

Sassolini di Lehner

Il presidente Sergio Mattarella è un emerito catto-femminista. Talvolta, si innalza generosamente sino al turbo-femminismo, motore più incisivo dell'infingardo sessismo benevolo. Infatti, ha ricevuto con tutti gli onori quirinalmondani non atlete italiane vincenti, bensì le indomite perdenti della Nazionale femminile di football. Siffatto esagerato onore alla sconfitta muliebre, tuttavia, ha il merito di indurre a riflettere sui diritti calpestati, dimenticati e non rivendicati dagli onnipresenti, eppur distratti sacerdoti Zan-Zan di Lgbtqia+. Tocca, dunque, a me, vegliardo liberalsocialista craxiano, porre la questione delle squadre nazionali pallonare da varare in arcobaleno prima possibile, come dovrebbe richiedere la puntuta Commissione eurodeliri, pardon, neuro-europea. Credo sia giunto il momento della nazionale di omosessuali attivi, cioè degli atletici, possenti, penetranti pederasti azzurri, da lanciare nell’agone delle coppe eurogay.

Risulterebbe, però, discriminazione grave e imperdonabile non prevedere anche la discesa in campo della selezionata nazionale dei passivi, squadra alimentata soprattutto dalla troppa frociaggine clericale, già convocata, allenata ed evocata dall’assai dimenticabile Jorge Mario Bergoglio. Non mancherebbero altri veloci attaccanti da raccapezzare dalla troppa frociaggine dilagante in Rai. Apparirebbe, inoltre, come efferato femminicidio non allestire ipso facto la nazionale saffica composta da atlete lesbiche conclamate per gareggiare nella ambita Poppa del mondo. Le azzurre saffiche ben distinte dalla nazionale femminile servirebbero, del resto, ad evitare confusioni e sovrapposizioni. Ad esempio, la nazionale femminile onorata al Quirinale avrebbe potuto includere incongruamente alcune virago destinate al team dedicato a Saffo, creando inopportune ed imbarazzanti – per il cerimoniale femminista del presidente Mattarella –– esondazioni dalla autentica e comprovata femminilità. quella di Eva attratta da Adamo, come Bibbia comanda.

Inutile aggiungere che il compagno Piero Marrazzo, nonché il memorabile Lapo Elkann e il cardinale bergoglista Konrad Krajewski potrebbero pretendere, come urgente necessità ed imperativo categorico, che il tricolore venga finalmente rappresentato sui campi di calcio financo dai marciapiedisti calciatori trans. Rimarrebbero esclusi dalle nazionali e, quindi, dal Quirinale, bisessuali, zoofili, autosessuali e quant’altri fluidi e alternativi, ma i saloni del Colle non risulterebbero sufficienti per accoglierli tutti, quand’anche reduci da sonore e umilianti sconfitte. Purtroppo, pedofili, ebofili, esibizionisti, feticisti, voyeur, frotteuristi, sadici, masochisti, necrofili, coprolalici, urofili, climafilici, travestitisti, acrotomofili, agalmatofili, andromimetofili, abasiofili, anilinagnisti, antropofagolagnisti, abasiofili, cronofilisti, dendrofili, gerontofili, menofili, podofili, pygofili, teratofili e altri mille viziosetti matricolati al momento non saranno esauditi. Le loro sacrosante richieste d’essere riconosciuti come legittimi rappresentanti del pallone italiano potranno essere soddisfatte soltanto quando il loro dossier sarà esaminato, Zan-Zan, dai super “aperti” e super-busta paga togati della Consulta.

Insomma, da vegliardo liberalsocialista esorto al riconoscimento di tutte le distinzioni, pietra miliare del rispetto e della legalizzazione dei variegati orientamenti orgasmatici. Intanto, distinguiamo: stopper maschio è diverso da terzino uranista; donna ala destra da lesbica centravanti; pederasta libero da femminiello mediano: zoofilo portiere da autosex tornante, così come Marrazzo da Rocco Siffredi e trans dal cis, che si attacca al tram.

Aggiornato il 28 luglio 2025 alle ore 09:40