
Come ben sanno coloro i quali hanno la pazienza di leggere i miei articoli, ho sempre condannato l’insensata guerra di aggressione che la Russia sta conducendo da oltre tre anni contro l’Ucraina. Tuttavia sul caso di Valery Gergiev, prestigioso direttore d’orchestra estromesso in zona Cesarini dalla rassegna musicale Un’estate da re, che si sta per svolgere nel sontuoso scenario della Reggia di Caserta, la penso esattamente come Oscar Farinetti. Ospite de L’aria che tira, condotto su La7 nelle puntate estive da Francesco Magnani, il noto imprenditore, figlio di un partigiano piemontese, ha così risposto alla domanda se fosse corretto impedire a Gergiev, personaggio vicino a Vladimir Putin, di esibirsi alla citata rassegna musicale: “Ancorché non ami per nulla questo personaggio, la decisione non è stata giusta. Lo avrei fatto suonare senza problemi. Il vero modo di essere antifascisti, antitotalitaristi non è quello di comportarsi come loro”.
Una micidiale stilettata ai vari sepolcri imbiancati di ogni tendenza e colore che sempre a sinistra ha trovato un’eco in un interessante articolo di Andrea Penna, il quale si pone alcune importanti domande su il manifesto nel seguente paragrafo: “Il privilegio di chi non è sotto le bombe è quello di poter mantenere una mente lucida e poter ragionare sempre anche di dialogo e di pace. Eppure siamo sicuri che sia questo il momento opportuno e il modo più adatto per lanciare un messaggio di pace? Siamo sicuri che un artista come Gergiev, che ha lasciato un segno profondo nella storia interpretativa del repertorio russo – e non solo – abbia bisogno di un palcoscenico minore, pur nella sua rispettabilità, per il suo rientro internazionale lanciando segnali distensivi? Non saranno, se e quando ci sarà occasione, di nuovo alla Scala e l’Accademia di Santa Cecilia, o le sale di Parigi, Berlino, Amsterdam, Lucerna o Londra o il Met di New York le sedi giuste per quel ritorno?”.
D’altro canto, mi permetto di aggiungere, se pensiamo di risolvere un conflitto oramai incancrenito prendendocela con qualche illustre artista stiamo veramente in alto mare. In tal senso, anche sul piano musicale dovrebbe valere una celebre frase che molti attribuiscono a Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. Infine, bisogna anche considerare che Gergiev in Russia ci vive e, come ben sappiamo, l’ambiente politico ha ben poco a che vedere con quello di una democrazia liberale.
Aggiornato il 22 luglio 2025 alle ore 10:45