
Negli ultimi anni, ho più volte denunciato i rischi derivanti dall’infiltrazione di ideologie estremiste all’interno delle comunità islamiche, auspicando che in Italia non si arrivasse mai al controllo del territorio come è accaduto in altri Paesi d’Europa. E invece, purtroppo, ci troviamo di fronte a una realtà che sembra confermare i peggiori timori. In molte città italiane, si stanno moltiplicando i segnali di disagio e tensione dovuti all’operato di gruppi islamisti che traggono ispirazione dai Fratelli Musulmani. Un passo avanti nella realizzazione del loro progetto politico è la recente adesione a Piacenza di un’associazione locale a un’iniziativa di presidio nei parchi. Con la scusa di prevenire episodi di violenza, l’associazione intende affermare il proprio controllo del territorio al fine di renderlo “islamicamente corretto”, sull’esempio dei “Muslim Patrol” attivi da tempo a Londra.
La prospettiva concreta è quella di militanti radicali che si autoproclamano custodi della moralità e che agiscono come forze dell’ordine parallele, spesso con intenti repressivi e violenti. La loro missione è ripulire la comunità da chi è considerato “impuro” o “infedele”, alimentando un clima di paura e insicurezza nelle comunità. È un fenomeno che mostra come l’estremismo può facilmente radicarsi anche nelle società democratiche. Un altro esempio emblematico si trova nelle periferie di Parigi, come in centri urbani più piccoli come Roubaix e non solo, luoghi divenuti ormai simbolo della fragilità dello Stato di fronte all’islamismo. Come denunciato negli ultimi rapporti sui Fratelli Musulmani diffusi in Francia e Belgio, il movimento sta accelerando l’occupazione del territorio, creando enclave autonome che si autogovernano e si distaccano sempre più dalle istituzioni. La presenza in tali Paesi di tribunali “shariatici” interni alle moschee, già da tempo attivi in Inghilterra, testimonia come la frammentazione dello Stato di diritto non sia più soltanto un rischio ma una realtà concreta, ponendo la questione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, soprattutto nel caso delle donne musulmane.
Comunità radicali a cui fanno capo strutture indipendenti rappresentano un pericolo mortale per la democrazia anche in Italia. La sovranità dello Stato, la tutela dei nostri valori e la sicurezza dei cittadini devono restare al centro di ogni azione di governo tanto a livello nazionale che locale. Di conseguenza, ogni tentativo d’instaurare sistemi paralleli deve essere fermamente prevenuto e contrastato.
Aggiornato il 08 luglio 2025 alle ore 09:36