
L’ormai famosa lettera con cui alcuni professori di un liceo di Magenta non hanno voluto che i bersaglieri, simbolo militare del Risorgimento, incontrassero gli studenti perché non si riconoscono nei valori che rappresentano, ha reso ancor più protagonisti i reparti della specialità che hanno sfilato alla parata del 2 giugno. A partire dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, il bersagliere Luciano Portolano, che ha preso posto nella Flaminia presidenziale indossando – insolitamente per l’occasione – il cappello piumato tipico del Corpo, alle fanfare e alle compagnie al “passo di corsa” i bersaglieri sono stati oggetto di tripudio da parte delle migliaia di persone presenti.
La criticatissima polemica che ha preceduto di pochi giorni la parata, quest’anno ha preso posto a quella che nella scorsa edizione portò al divieto di gridare “Decima” agli incursori della Marina, eredi della gloriosa Decima Mas e di quegli uomini che si sono resi autori di gesti non solo eroici ma che hanno posto le basi del diritto umanitario. Forse quest’anno si è di più pensato a Salvatore Todaro e a Luigi Durand de la Penne che della Decima Mas furono i fondatori e rischiarono di morire per salvare centinaia di vite umane pur se appartenenti a una forza navale nemica, e i marinai del Comsubin sono tornati alla tradizione del loro motto da acclamare a gran voce durante il passaggio davanti alle Autorità in tribuna d’onore.
Per il resto, la solita organizzazione impeccabile ha reso come sempre la Festa della Repubblica un grande successo. La capacità di gestire tutti gli aspetti dell’evento, dalla logistica ai dettagli, in un contesto, i Fori Imperiali, di per sé magico, ha contribuito a creare un’atmosfera unica e di grande emozione.
La parata, aperta dai Carabinieri, ha visto sfilare reparti di ogni specialità e di ogni Forza armata con differenze che sembravano annullarsi nell’armonia della marcia ove come in una danza collettiva uniformi, volti ed età sembravano sfumarsi. Anche il tempo nell’occasione perde la sua definizione perché le unità che sfilano equivalgono a quelle del secolo scorso e a quelle di domani, pervase da quei sentimenti che fanno venir meno differenze geografiche, sociali, culturali e gerarchiche. Abbiamo assistito ad un bel momento celebrativo dell’efficienza del nostro Paese.
Ma purtroppo, l’accesso ai vari settori della manifestazione è ancora consentito solo ad invito, per il quale nei giorni antecedenti all’evento si scatena una vera e propria caccia. Atteso il successo delle ultime edizioni e in considerazione della folla straripante rimasta fuori dalla zona circoscritta, nei prossimi anni il Ministero della Difesa dovrebbe prevedere ampi settori a pagamento. Potrebbe riservare l’invito personale a veterani, autorità civili e militari e porre i restanti posti in vendita nelle varie collocazioni, al pari di un concerto o di uno spettacolo teatrale. Il ricavato ad associazioni benefiche militari e civili.
Aggiornato il 04 giugno 2025 alle ore 09:28