
Unire l’utile, cioè raggiungere il quorum ai referendum dell’8 e del 9 giugno prossimi, e il dilettevole, manifestare sempre e comunque contro Israele e gli ebrei. La nuova mossa del campo largo è all’insegna del “paraculismo” oltre che del possibile antisemitismo, che si accetta come effetto collaterale. E la fanfara da giorni ha anche l’amplificatore mediatico di tanti media tra cui si distingue Rai radio 3 che in tutte le trasmissioni di informazione, ma anche di intrattenimento, ha fatto la scelta del lavaggio del cervello pro pal del povero radioascoltatore.
Nessuno sa i numeri esatti dei morti bambini a Gaza. Tanto il monopolio dell’informazione ce lo hanno Hamas, col suo mitico ministero della sanità, l’Onu che oramai è infiltrata di pro Pal non solo nei territori palestinesi e al Jazeera che è finanziata dal Qatar. Gli altri si aggiungono entusiasti al coro anti Israele. Pardon anti Netanyahu. Infatti si usa la furbizia di usare una parte per il tutto. Come una sineddoche. Dell’odio anti ebraico. Certo molti bambini saranno morti. Certamente meno che in Ucraina, o a Dresda nel bombardamento che piegò la Germania nazista e di quelli di Hiroshima dopo che gli Stati Uniti decisero di sganciare l’atomica.
I benpensanti però fanno capire che non è giusto dare numeri veri o falsi che siano. I bambini sono bambini. Spesso vengono usati dai terroristi come armi contundenti ma tant’è. Diciamo che si pesano, non si contano come diceva Enrico Cuccia rispetto alla proprietà delle azioni di Mediobanca. E sulla bilancia dell’ipocrisia umanitaria i bambini palestinesi pochi o tanti che siano pesano tantissimo. Più di quelli di tutto il mondo messi insieme. Per cui visto che Partito democratico e Movimento 5 stelle amano vincere facile ecco pronta una bella manifestazione nel giorno del silenzio pre referendum. Servirà a convincere le persone a non disertare le urne il giorno dopo. Male che vada.
In tutto questo, della vicenda della pediatra di Gaza che avrebbe perso nove bambini in uno degli ultimi bombardamenti di Israele, non se ne parla più. Come mai dopo tutta questa grancassa? Pare siano cadute le certezze accusatorie anti Israele . La donna neppure si sa se esista. I servizi fotografici e i filmati trasmessi sono relativi a immagini di repertorio risalenti a un paio di anni fa e fioccano le analisi sulla impossibilità che questa disgrazia sia avvenuta per davvero. Almeno nella maniera in cui è stata presentata alla opinione pubblica.
Da anni è stato coniato il termine “Pallywood”, Palestina Hollywood, per descrivere le messinscene in cui Hamas è diventata maestra. Dai finti funerali con il morto che cade dalla bara e si mette a correre alle finte fotografie a tutto l’immaginabile e anche oltre. Roba da Oscar. Appunto. E magari glielo daranno pure. Alla carriera di disinformatori professionisti oltre che di macellai. Adesso prepariamoci intanto al consueto sabato pro Hamas della sinistra. Che sembra avere idealmente sostituito il notorio e non rimpianto “sabato fascista”. C’est la vie.
Aggiornato il 29 maggio 2025 alle ore 09:56