Europeismo e sovranismo: dèmoni in lotta

Secondo il vocabolario Treccani, “nella storia delle religioni e delle credenze popolari, il demone è una divinità inferiore, entità intermedia tra il divino e l’umano, che influisce beneficamente o maleficamente sulle azioni umane”. Il demone del sovranismo (populismo/peronismo) ama nascondersi dappertutto, a destra e a sinistra, intorbidandone le acque, già non proprio limpidissime. Il sovranismo duro e puro, per esempio, ama il trumpismo alla follia, essendone riamato. Eppure Donald Trump vuole annettere agli Stati Uniti il Canada, la Groenlandia, Panama, il che vuol dire cancellarne la sovranità. Che sovranismo è un sovranismo del genere? Da vicino somiglia assai all’imperialismo e al colonialismo, roba dell’Ottocento/Novecento, che il sovranismo patentato condanna a parole in nome dell’indipendenza nazionale, sotto la cui patina però fanno capolino. Anzi, protendono il busto intero. A torso nudo.

L’europeismo, per decenni la cartina di tornasole della “correttezza democratica”, come elemento rivelatore ormai rivela niente. A sinistra lo sfoggiavano come il blasone di nobiltà del progressismo. Eredi di Ventotene, sebbene per testamento falso, sono rimasti al freddo quando la coperta dell’Europa è diventata corta, soffrendo due volte, per la temperatura e la disabitudine. Hanno iniziato a concedere un po’ e distinguere molto. Nella destra sovranista, troviamo i trumpisti militanti, i funamboli dell’equidistanza, gli strabici disallineati. Nella sinistra progressista, c’è chi coltiva l’europeismo di maniera e chi addirittura decampa ringhiandogli contro. Insomma, qualcosa è cambiato. Anzi, di più. Il trumpismo: sovranismo parossistico, destra eversiva, anarcoliberismo plutocratico, neodemocrazia? Deciderà il futuro prossimo. Nondimeno, l’azione del suo demone conquista la sinistra e la destra che, incredibile a dirsi, simpatizzano parimenti per il dispotismo asiatico alla moscovita e alla pechinese. L’europeismo riesce a parare i colpi del sovranismo ed a salvarsene grazie all’arma del giudizio, che scioglie l’intreccio degli schieramenti e dirada le ombre che li confondono.

Ma nelle cose umane sopravviene sempre, ineluttabile, “Ananke”, la dea della necessità che sovrasta i demoni e “non ha legge”, diceva Oliver Cromwell. La dea della necessità trascina per le orecchie i riluttanti a seguirla e i loro demoni. È scesa in guerra con il demone del populismo. Ha separato irreversibilmente l’europeismo dal sovranismo, l’uno avverso all’altro. “Le necessità simulate e le necessità immaginarie sono il più grande inganno che gli uomini possono attribuire alla provvidenza di Dio, e pretendono di infrangere le regole note”. Venerare “Ananke”, ammonisce Cromwell, non le simulazioni e le immaginazioni di essa.

Aggiornato il 25 marzo 2025 alle ore 10:08