
Sarà anche vero che Giorgia Meloni si trova a dover tenere faticosamente in piedi la sua coalizione sul tema nodale del riarmo europeo. Tuttavia, ciò non è nulla di fronte all’imbarazzante vicolo cieco in cui si è andata a cacciare Elly Schlein, rincorrendo come una forsennata i grillini di Giuseppe Conte e i landiniani duri e puri sulla linea di un pacifismo in stile figli dei fiori. Tant’è vero che mercoledì si voterà a Strasburgo una risoluzione, approvata dal Consiglio europeo straordinario, che trova favorevole il Partito socialista europeo, compreso lo spagnolo Pedro Sánchez, il più a sinistra di tutti i leader dello schieramento, e la segretaria del Partito democratico si trova in grandissimo imbarazzo. Il suo partito si è letteralmente spaccato su tale questione e persino Romano Prodi, da molti considerato il principale padre nobile di un centrosinistra sempre più dominato dalla falce e il martello, ha duramente criticato la stessa segretaria.
D’altro canto, anziché appoggiare il sacrosanto principio della deterrenza, più che mai utile in una Europa schiacciata tra due/tre imperialismi, Schlein cerca di riportare in auge l’antico e balzano slogan che esortava a mettere fiori nei nostri cannoni. Tutto questo mentre il popolo ucraino continua a morire sotto le bombe di quel gran pacifista di Vladimir Putin. Un grande pacifista che ha più volte evocato la “grande guerra patriottica” per riportare la Russia agli antichi fasti di un impero perduto. Ma la leader di un partito perennemente in mezzo al guado continua a ripetere come un mantra che, invece di comprare armi, arruolare e addestrare truppe, dovremmo spendere gli stessi quattrini in sanità, pensioni e salari, compresi quelli del settore privato, come se lo Stato dovesse pianificare anche i settori regolati dal mercato e dalla libera contrattazione. A lei il principio latino secondo cui si vis pacem para bellum ( se vuoi la pace prepara la guerra), che nei lunghi anni della guerra fredda ha tenuto l’Europa al riparo dalle bombe, non sembra interessare. Il dialogo tra sordi e l’accettazione supina della della legge della giungla rappresentano i cardini della sua più che miope visione politica.
Non a caso in questi ultimi giorni più di un osservatore della sua stessa area politica è arrivato a sostenere che di questo passo, con Elly Schlein completamente scollegata dalla realtà, c’è il rischio che Meloni possa governare altri 30 anni. Il che è tutto dire.
Aggiornato il 11 marzo 2025 alle ore 09:34