
Sassolini di Lehner
Anche la lingua italiana patisce la creatività sessantottina della magistratura esagitata e combattente. L’Associazione nazionale magistrati comunica: “Il nostro principale obiettivo adesso è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, di modalità di comunicazione per portare questo messaggio ovunque e a chiunque (sic!)”. Ebbene, anche un ragazzino delle elementari sa che “chiunque” deve essere seguito dal verbo all’indicativo o al congiuntivo. L’Anm, rispettando non dico l’Italia, ma almeno la grammatica, avrebbe dovuto scrivere: “A chicchessia” e non “A chiunque”. Difficile prestare fiducia a chi maltratta la lingua del Sì.
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Una parte degli 800 miliardi minacciati da Ursula von der Leyen dovrebbe essere utilizzata per diagnosi e relative cure a Kaja Kallas, “alta rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Sicurezza”. A riprova che per salire nelle gerarchie europee non basta il parametro del demerito e dell’inettitudine, ma che serve anche l’attestato di labirintite e squilibrio, la guerrigliera estone, che ci dovrebbe ispirare e preservare, ha pubblicamente affermato: “L’obiettivo dell’Unione europea è la vittoria non solo sulla Russia ma anche sulla Cina”. Peccato si sia dimenticata l’urgenza di spezzare le reni all’India, alla Turchia, alla Repubblica di San Marino, alla Marsica, a San Pelino, a Corviale, a Centocelle o all’enclave arbereshe di Spezzano albanese. Se avesse esteso la minaccia pure ai 64.535 sami residenti a Rovaniemi ed ai 100mila i-nuit, specie quelli residenti nella penisola dei Ciukci, la nostra Kaja avrebbe preso il posto, non dico di Luigi Di Maio garantito dal boss Mario Draghi, ma almeno di Roberta Metsola. Eppure, l’estone polemofila potrebbe risultare provvidenziale per i cittadini italiani, trattati come pagatori fissi e fessi per gli errori dei magistrati, vedi i milioni per le ingiuste detenzioni o, da ultimo, i 1.600 euro per ogni immigrato rimasto per ben 9 giorni non su una zattera alla deriva, bensì al calduccio sulla nave Diciotti. Basterebbe che Kaja scaricasse le sue cannonate verbali sulla Cassazione che ha imposto il risarcimento in favore degli immigrati invasori. La triste verità è che per avere una giustizia giusta, responsabile e attenta all’interesse e ai confini nazionali non bastano le riforme. Per tutelarci dall’orda giudiziaria, non resta che l’estone furiosa, l’unica in grado di spaventarli. Altrimenti, i cosacchi togati finiranno per abbeverare i loro cavalli nella fontana di Piazza San Pietro. Intanto, i giudici di pace addetti agli emigrati, dopo la sentenza della Cassazione, corrono a sottoscrivere costose assicurazioni, visto che per loro non vale la regola vigente per la casta, cioè chi rompe non paga ed i cocci sono sempre dei contribuenti.
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Prepariamoci ad adorare Roberto D’Agostino. S’era pure dato dello “stronzo”, ma fu un’astuzia per simulare la modestia da tempo perduta. C’è chi si crede Alessandro Magno o Napoleone, ma nessuno si vanta d’essere Niccolò Machiavelli. Nessuno, salvo Roberto D’Agostino, che nell’erigere quotidianamente il culto della propria personalità, riveste via via i panni pure di Thomas Hobbes, John Locke, Charles-Louis Montesquieu. Veneriamolo in ginocchio, evitandogli, però, la mortificazione di chiedere se ha mai letto qualche pagina dei succitati scienziati della politica, i quali non risultano essenziali per il diploma di ragioniere. Per l’erigendo Totem, ecco il sapido corso monografico, intitolato “La lezione di Dago sul potere”. Per rendere ieratiche le lezioni, si è fatto intervistare da Niccolò di Francesco di The post internazionale. Inginocchiamoci e basta, senza badare al lessico robertesco, che rimanda non al politologo, bensì al bullo: “Il Governo Meloni deve ficcarsi in testa... Nenni nel 1963 scoprì che l’inquilino del primo piano non poteva fare il cazzo che voleva...dopo l’uscita coatta di Salvini e l’arrivo del Pd, Conte si è cotonato il cervello tagliando il filo con il Colle... gli bastavano appena tre senatori per il Conte-ter, ma il Quirinale l’ha segato…Sul Pnrr, per esempio, Mario Draghi aveva creato una task force... al Ministero dell’Economia. Quando arriva Meloni questa task force viene abolita, si crea un nuovo dicastero e passa tutto nelle mani di Raffaele Fitto...Questi sono sgarbi che la Pubblica Amministrazione non digerisce…il violento scazzo con la Corte dei Conti sul controllo dei fondi Pnrr… il Deep State è un mondo che non è né di destra né di sinistra ma sta nel centrotavola. Ci si deve atto-vagliare… Gli uomini degli uffici legislativi ... sono quelli che scrivono materialmente le leggi. E quando vogliono che una noma (refuso da diplomato per “norma”) sia cestinata dal Quirinale o dalla Corte Costituzionale, la scrivono con i piedi… Come si dice a Roma: non si può avere la siringa piena e la moglie drogata”. celesti filosofemi di Roberto si possono riassumere con due ex voto a Mattarella e Draghi: Meno male che Sergio c’è, meno male che pure Mario c’è. Ma non era meglio “Meno male che Silvio c’è?”.
Aggiornato il 10 marzo 2025 alle ore 12:42