Trump è più Reagan di Reagan?

Il Maga potrebbe finalmente realizzare ciò che il movimento conservatore ha promesso per gran parte della sua esistenza.

Da Barry Goldwater nel 1964 a Ronald Reagan nel 1980, passando per la rivoluzione repubblicana del Congresso del 1994, il movimento del Tea Party del 2010 e arrivando fino a oggi, la maggior parte dei repubblicani dell’era moderna ha presentato il proprio partito come quello del conservatorismo fiscale e del governo più piccolo. In questo periodo, il governo federale è cresciuto in modo significativo sotto i presidenti e i Congressi di entrambi i partiti, e in particolar modo sotto i repubblicani. Reagan, che si definiva un “libertario”, è stato il più esplicito conservatore del piccolo governo a essere eletto presidente. All’inizio ha ottenuto molti risultati in termini di riduzione delle dimensioni del governo e delle sue spese. Alcuni hanno addirittura paragonato gli sforzi di Reagan a quelli del Doge. Ma alla fine del suo secondo mandato, la spesa federale è aumentata: maggiormente sotto Reagan che sotto il presidente Barack Obama. Nel 1987, il deputato repubblicano Ron Paul non era contento di Ronald Reagan. Quando Paul lasciò il Gop quell’anno per candidarsi alla presidenza come libertario, nella sua lettera di dimissioni scrisse: “Ronald Reagan e il Partito repubblicano ci hanno dato deficit alle stelle e, cosa sorprendente, un debito nazionale raddoppiato. Com’è possibile che il partito del pareggio di bilancio, con il controllo della Casa Bianca e del Senato, abbia accumulato numeri rossi maggiori rispetto a quelli di tutte le precedenti amministrazioni messe insieme?” E ha aggiunto: “Non c’è più alcuna credibilità per il Partito repubblicano come forza per ridurre le dimensioni del governo. Questo è il messaggio degli anni di Reagan”.

Nel primo mese del secondo mandato del presidente Donald Trump, il Dipartimento per l’Efficienza governativa guidato da Elon Musk ha individuato, tagliato ed eliminato a una velocità vertiginosa gli sprechi di spesa e le frodi nel governo federale. Il 25 febbraio, il Doge ha affermato di aver risparmiato fino ad oggi 65 miliardi di dollari, grazie a una “combinazione di individuazione o cancellazione di frodi, cancellazioni di contratti o locazioni, rinegoziazioni di contratti o locazioni, vendite di attività, cancellazioni di sovvenzioni, riduzioni di personale, cambiamenti programmatici e risparmi normativi”. Ron Paul ne è stato felice. Il 7 febbraio  ha scritto con entusiasmo: “Il Doge si sta abbattendo sul governo federale come un tornado. Questa mattina è stato riferito che il Doge ha inviato avvisi di licenziamento a 9.400 dipendenti dell’Usaid, lasciandone solo 611”. “I politici democratici sono furiosi, ovviamente. Ma speriamo che quando tutto sarà detto e fatto, tutti i politici, democratici e repubblicani, siano furiosi con Doge”, ha aggiunto. “Allora sapremo che è stato un lavoro ben fatto per il popolo americano.”

Alcuni repubblicani sono già arrabbiati con Musk per i tagli alla spesa, e il Doge non si è ancora occupato delle spese del Pentagono. I critici del Doge hanno affermato che il Congresso deve votare per tagliare le spese, non solo per annullare i contratti, sospendere i pagamenti o altre attività dell’agenzia che potrebbero essere più provvisorie che permanenti. È una tesi corretta. Costituzionalmente, è il Congresso che ha “il potere della borsa” (costituzionalmente, molte delle agenzie che il Doge ora prende di mira non dovrebbero nemmeno esistere). Detto questo, il 21 febbraio scorso il senatore Rand Paul ha presentato un emendamento che avrebbe tagliato 1,5 trilioni di dollari. Il Senato, a guida repubblicana, lo ha respinto. La settimana successiva la proposta di bilancio repubblicana ha aggiunto miliardi al deficit, con disappunto dei veri conservatori fiscali. Comunque la si veda, Trump e la sua nuova agenzia Doge stanno facendo ciò che molti repubblicani hanno promesso da tempo e non sono riusciti a fare. Da quando Trump è stato eletto per la prima volta nel 2016, diversi esponenti della destra hanno messo in guardia dalle insidie del Reaganismo zombie, in cui il movimento conservatore avrebbe continuato a impantanarsi, presumibilmente, nel vecchio e consunto copione del libero mercato, del piccolo governo e della responsabilità fiscale. Alcuni di questi detrattori ritenevano che fosse meglio utilizzare l’apparato federale esistente per fini conservatori. Alcuni volevano addirittura espandere il governo federale per fini apparentemente conservatori. Durante il secondo mandato di Trump, forse avranno la loro occasione.

La maggior parte di questi sedicenti conservatori nazionali concorderebbe volentieri con i libertari sul fatto che è stato piacevole vedere i neoconservatori della “forever war”, che hanno dominato la destra per gran parte di questo secolo, subire una battuta d’arresto nel Gop dell’era Trump. Ma lungi dal costruire un New Deal di destra, Doge sta facendo l’esatto contrario, a solo un mese di distanza. Quest’amministrazione sta realizzando le chimere rivoluzionarie di Reagan e Ron Paul, simili a quelle inseguite dal Tea Party, che tanti conservatori per decenni avrebbero voluto vedere nella loro vita e che non hanno mai visto. “Il governo non è la soluzione al nostro problema, il governo è il problema”, diceva Ronald Reagan. Ed è innegabile che ci credeva. Donald Trump sta facendo qualcosa al riguardo.

(*) Tratto da The American Conservative

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 05 marzo 2025 alle ore 17:24