![Quando uccidere è un dovere](/media/8310548/lehner-22.jpg?crop=0.1784054072142747,0.15714445421951639,0.10409458551092485,0.05135716951612402&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=133843668190000000)
Sassolini di Lehner
Sono stato un cinofilo militante, avendo allevato, curato e fatto crescere una levriera afghana, 6 cocker spaniel (4 inglesi e 2 americani), più un paio di cagnoline meticce raccolte dalla strada. Maya, la levriera, essendo ladra naturale non mangiava dalla ciotola, preferendo rubacchiare il cibo per casa. Francis, una cocker, amava soprattutto nuotare e, infatti, morì di polmonite dopo un bagno invernale in mare. Kusik, il mio ultimo cocker americano, uno splendido bicolore, bianco e arancio, me lo regalai, agosto 1991, al grande mercato di animali di Mosca, per festeggiare con quella beltà canina il flop del brutto e ridicolo golpe neobolscevico degli amici di Romano Prodi, Valentin Pavlov e Vladimir Krjučkov, il capo del Kgb. Era talmente bello che sull’aereo dell’Aeroflot direzione Roma hostess e stewart prestarono più attenzioni a Kusik che ai passeggeri bipedi. Fui stoico e insonne ostetrico – chissà perché le cagne, dopo una nottata di doglie, cominciano a partorire solo in prossimità dell’alba – di varie cucciolate. Rallegrai amici e conoscenti, donando loro – qualcuno mi ripagò le spese dei vaccini e delle sverminazioni – dopo i canonici 40 giorni di allattamento e primo svezzamento, tanti batuffoli cari, dolci e affettuosi.
Per essere pronto alle mille emergenze, studiai anatomia e patologia canine, divenendo veterinario autodidatta, senza pretendere, tuttavia, di sostituire in toto i veri professionisti. Un ricordo incancellabile riguarda la mia prima cocker inglese, di nome Clementina, la cagnolina amata e cantata da Braccobaldo bau, protagonista del simpatico cartone animato, fine anni Cinquanta, di Hanna e Barbera. Clementina mise al mondo 4 cuccioli, ma compresi che ne teneva in grembo un altro. Dopo qualche ora di attesa, mi convinsi che il cucciolo doveva essere morto. Di corsa, portai Clementina dal veterinario di Via Cicerone nel quartiere Prati di Roma. Il bravo dottore mi disse che la cagnolina era in grave pericolo. Urgeva eseguire subito il cesareo. Io distrutto dalla lunga nottata e dalla preoccupazione, alla vista del cucciolo morto e del sangue, ebbi un mancamento e caddi a terra. Ripresi i sensi un attimo dopo, perché Clementina con la pancia squarciata e sanguinante s’era slanciata in mio soccorso, leccandomi la faccia. Lo stesso veterinario rimase sbalordito e commosso ed io, da allora, considerai Clementina come la mia più leale, fidata amica. Avendo rispetto della caninità, confesso di non aver mai ridicolizzato i miei fedeli compagni di vita con cappottini, scarponcini e quant’altro li potesse far degradare a giocattoli di peluche. I cani vivono meno di noi, perciò sono sopravvissuto a tutti i miei amici. Kusik, purtroppo, defunse come Sigmund Freud, pur non essendo cocainomane, per un tumore al naso. Da tempo, stante l’avanzare dell’età, gli acciacchi e la minore mobilità, ho dovuto rinunciare al lusso di godere della loro impegnativa compagnia.
Questo segmento autobiografico serve ad introdurre lo smarrimento, il dolore, la rabbia per l’atroce delitto di Acerra, dove un pitbull ha ucciso una bimba di nove mesi. Ebbene, non potendo eliminare dalla faccia della Terra i genitori stolti ed irresponsabili – purtroppo, la legge ed i tabù buonisti me lo vietano – in luogo di consegnarlo alla Asl e, quindi, di trasferirlo in un canile, io dichiaro, alto e forte, che la belva feroce l’avrei presa a fucilate. C’è di più: non solo darei fuoco agli allevamenti di certe razze di assassini a quattro zampe, ma vieterei a tutti gli italiani di ospitarli nelle proprie abitazioni, affidando alla neurodeliri gli animalisti che blaterano di colpe dei padroni, che non educano o li trascurano, nonché quanti genitori opinino di poter far convivere felicemente bambini e dogo argentini, pitbull e consimili bestie da presa mortale. Una sosta in manicomio farebbe bene anche ai parlamentari che legiferano a difesa delle belve e non degli esseri umani, quand’anche sbranati dagli orsi. Si battono per l’eutanasia, ma si oppongono fermamente all’eliminazione delle bestie assassine, mentre sparano stupidaggini di norme, come il divieto di tagliare code o rifinire orecchie. Rammento, a proposito di legislatori affetti dal morbo dell’idiozia, il mio intervento alla Camera, anno 2008, quando, anticipando di oltre un decennio gli allarmi per i cinghiali in città, sostenni la necessità di porre sotto rigido controllo, dati alla mano, la straripante demografia dei cinghiali, dannosi per l’ambiente, per la flora, per la fauna, per le culture, per la salute, per la sicurezza stradale.
Mi permisi di proporre l’abbattimento mirato di tali ungulati e di non porre più limiti alla loro caccia. Il mio intervento fu accolto, a destra ed a sinistra, dal gelo, riscaldato soltanto da qualche furente epiteto, tipo “assassino!”. Ebbene, rivendico tuttora il diritto agli abbattimenti degli ungulati, daini compresi, anche per la salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico, così come rivendico il dovere di estinguere i pitbull. Ritengo ragionevole, infatti, tenere ben carica l’arma e usarla prontamente, ad esempio, prima – ed anche dopo – che la belva canina azzanni ed uccida il neonato di 5 mesi in braccio alla nonna. Evento spaventoso che è capitato in quel di Vercelli. I cani killer, che nel 2024 hanno aggredito bambini e adulti, a Foggia, Milano, Salerno, Roma, che fine hanno fatto? Che fine fece il pitbull che ferì una quindicenne ed una bambina di sette anni a Serra Capriola? E dove si trovano i due pitbull che ferirono la madre ed uccisero il bambino di 13 mesi a Eboli e quell’altro cane killer che sfregiò la bambina di due anni e mezzo a Sesto San Giovanni? Si hanno notizie dei 3 rottweiler che hanno aggredito ed ammazzato un uomo di 39 anni intento a fare jogging a Manziana? Sono stati condannati a morte o vivono beati, ben sfamati e curati, a spese del contribuente in qualche accogliente canile? Apprendo con sofferenza e stizza che sono stati tutti sedati, amnistiati e rimessi a cuccia. Il mio buon senso e l’amore per l’umanità e per i cani, però, mi suggeriscono di cercarli, stanarli e fucilarli. Ebbene sì, egregi buonisti, sono un assassino dichiarato di pitbull.
Aggiornato il 18 febbraio 2025 alle ore 15:40