![Almasri: si capisce che l’opposizione non capisce nulla](/media/8309974/vitale.jpg?crop=0.045802464007870143,0,0.10685195184653186,0.028141033886435338&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=133833228850000000)
Dopo aver ascoltato le comunicazioni del ministro Carlo Nordio e del ministro Matteo Piantedosi alla Camera dei deputati circa il caso Almasri, molte cose si sono capite. Si è capito che – come ha minuziosamente spiegato il ministro Nordio – la Corte penale internazionale ha commesso gravi errori nel confezionamento della richiesta di arresto, indicando date diverse e contraddittorie sui reati commessi, al punto da indurre uno dei giudici della Corte a predisporre una “opinione dissenziente” destinata a contestarne la validità. Si è capito che tanto la Corte era consapevole di tali errori, da predisporre essa stessa in data successiva – il 25 gennaio – una nuova richiesta di arresto formulata in modo diverso e regolare e che tuttavia giungeva troppo tardi. Si è capito che di questi gravi vizi a carico della richiesta della Corte internazionale – tali da comportarne la nullità – non si sono rese conto – colpevolmente – né la Procura generale presso la Corte d’appello di Roma e neppure la stessa Corte d’appello, le quali infatti hanno sinergicamente scarcerato il libico.
Si è capito che il ministro Nordio non poteva dar corso a una richiesta di arresto oggettivamente affetta da gravi vizi che ne comportavano la nullità né poteva lui stesso sanarli in alcun modo. Si è capito che il ministro Piantedosi, una volta scarcerato Almasri dai giudici romani, non avendo certo il potere di arrestarlo lui stesso, non poteva che disporne – per urgenti ragioni di sicurezza pubblica – l’espulsione da eseguire al più presto. Si è capito che tale espulsione è stata eseguita attraverso un volo militare, come è accaduto per centinaia di altri casi analoghi e anche con personaggi assai meno noti e pericolosi, per ovvie ragioni di urgenza e di sicurezza. Si è capito, insomma, che i ministri indicati hanno mostrato in modo inequivocabile la assoluta correttezza e uniformità legale della condotta del Governo. Tuttavia, quando è stato il turno dell’opposizione, altre cose si sono capite. Si è capito che Elly Schlein – poveretta – è di una modestia politica e giuridica imbarazzante, al punto da parlare di cavilli giuridici e accusando il ministro Nordio di parlare in “giuridichese”, dissolvendo in questa accusa – perfino divertente e non credibile neppure per matricole di giurisprudenza – ogni censura sul punto.
Si è capito che Giuseppe Conte – poveretto anche lui – si è ormai definitivamente trasformato in un provetto demagogo, al punto da parlare di argomenti e problemi del tutto diversi e che nulla avevano a che fare col caso in esame, mostrando inoltre di capire di procedura penale (che era il piano su cui si muoveva l’intervento di Nordio) quanto chi scrive capisce di fisica quantistica. Si è capito che gli altri leader dell’opposizione, del tutto digiuni di ogni pur banale nozione giuridica, si inscrivono a parlare in aula perché, non avendo nulla da dire, decidono di parlare del nulla. Si è capita, insomma, una cosa di enorme gravità: e cioè che questa maggioranza non potrà contare ancora per molto tempo su una opposizione capace di fare davvero il suo mestiere. Non ce la fanno proprio.
Aggiornato il 06 febbraio 2025 alle ore 13:41