La vicenda di Castellammare di Stabia, che vede coinvolta una docente di sostegno, rappresenta uno di quei casi particolarmente pruriginosi nei quali buona parte dell’informazione nazionale si getta corpo morto, dimenticandosi completamente del diritto costituzionale secondo cui si è innocenti fino a prova contraria. Questo è ciò che, con mio grande disappunto, hanno fatto due popolari programmi televisivi: La vita in diretta, condotto su Rai 1 da Alberto Matano, e Pomeriggio Cinque, condotto su Canale 5 da Myrta Merlino. Ebbene, quasi in fotocopia, nelle due trasmissioni, che si contendono il medesimo spazio orario, sono andati in onda due lunghi servizi nei quali si è offerto al telespettatore una idea totalmente colpevolista, trasformando la stessa insegnante, relegata in un carcere sulla base di accuse tutte da verificare, in una novella strega di Salem.
In particolare, l’arresto è avvenuto su richiesta della procura di Torre Annunziata, che ha portato avanti indagini avviate due mesi fa dopo il tentativo di linciaggio della donna da parte di alcuni genitori e studenti, avvenuto nello scorso novembre. La docente di sostegno e suo padre, intervenuto per difenderla, erano stati picchiati, riportando lesioni. Da questo episodio e dalle denunce di alcuni genitori di alunni è partita una indagine dei carabinieri, delegata dalla procura di Torre Annunziata, che ha portato stamani all’arresto dell’insegnante di scuola media dell’istituto. L’aggressione all’insegnante aveva suscitato un certo clamore ed era intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che aveva annunciato un’ispezione sul caso e aveva condannato la giustizia fai da te dei genitori. Nei giorni successivi fuori dalla scuola erano stati appesi alcuni striscioni con scritte che dicevano, tra le altre, “tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme”. Ciononostante la “giustizia fai da te” televisiva sembra altamente infischiarsene della presunzione d’innocenza, dimenticandosi completamente di un altro analogo episodio, accaduto una quindicina di anni orsono in una scuola materna di Rignano Flaminio, in cui l’esistenza di un gruppo di operatori scolastici, poi completamente prosciolti, fu completamente stravolta da un simile circo mediatico, perennemente alla ricerca di un mostro da sbattere in prima pagina, sacrificandolo sull’altare “sacro” dell’audience.
Tuttavia, occorre comunque segnalare, che il popolare Chi l’ha visto, che a volte sul piano del garantismo lascia un po’ a desiderare, in questo caso ha adottato una linea assolutamente ragionevole, evitando di offrire condanne già scritte e dando voce anche ai parenti della presunta colpevole di reati, come già detto, tutti da dimostrare. Tanto di cappello a Federica Sciarelli e alla giornalista che ha intervistato la madre della stessa insegnante con tutta la delicatezza che necessita un caso ancora tutto da decodificare.
Aggiornato il 17 gennaio 2025 alle ore 13:51