La notizia, rilanciata da molte testate di informazione, sarebbe che nel decreto milleproroghe di prossima approvazione si contempla una norma volta a cancellare le multe, per i soggetti ultracinquantenni che non si sono sottoposti a vaccinazione, introdotte dal Governo Draghi con il decreto legge 1/2022 emanato il 7 gennaio 2022.
L’annuncio di tale decisione, saggia per i motivi che seguiranno, ha suscitato la solita indecorosa scia di polemiche da parte dei “giustizialisti pandemici”, cioè gli stessi soggetti che durante la pandemia hanno sostenuto quelle misure che, come il green pass, hanno violato i diritti fondamentali e naturali di tutta la popolazione italiana, i principi dello Stato di diritto, il funzionamento fisiologico del tessuto democratico, nonché la dignità della persona intorno alla quale ruota e si fonda la legittimità dell’ordinamento civile, giuridico e politico.
Occorre distinguere due piani: quello scientifico e quello giuridico.
Sotto il profilo scientifico proprio durante la pandemia e nel corso della campagna vaccinale è stato chiaro fin da subito che i prodotti farmaceutici messi a punto contro il Covid-19 non prevenivano la diffusione del contagio. Gli esempi e gli studi da citare sono molteplici, ma su tutti si ricordino almeno tre episodi.
Il 2 febbraio 2021 un articolo del prestigioso e autorevole Mit ammetteva che ancora non si sapeva con certezza se i cosiddetti vaccini fossero in grado di bloccare la diffusione del virus e che le case farmaceutiche stavano indagando sull’argomento pur dopo aver messo in circolazione i loro prodotti.
Dopo quasi un intero anno di campagna vaccinale a tappeto, in data 16 dicembre 2021, sulla nota rivista Scientific American venne pubblicato un articolo secondo cui il rischio di trasmissione del Covid da parte dei vaccinati non era per nulla basso o trascurabile, mentre in data 23 dicembre 2021 l’autorevole rivista Nature pubblicava uno studio nel quale si ammetteva che la variante omicron, intanto divenuta predominante, bucava la presunta protezione vaccinale rendendo sostanzialmente inefficaci i vaccini.
Infine, in data 1 gennaio 2022 sulla prestigiosa rivista The Lancet veniva pubblicata la lettera del dottor Carlos Franco-Paredes della Division of Infectious Diseases della University of Colorado, in cui si riportava che “la dimostrazione delle infezioni da Covid-19 tra gli operatori sanitari completamente vaccinati (Hcw) in Israele, che a loro volta possono trasmettere questa infezione ai loro pazienti, richiede una rivalutazione delle politiche di vaccinazione obbligatoria che portano al licenziamento dal lavoro del personale sanitario non vaccinato negli Stati Uniti. In effetti, vi è una crescente evidenza che i titoli virali di picco nelle vie aeree superiori dei polmoni e il virus coltivabile sono simili negli individui vaccinati e non vaccinati”, mentre in data 9 gennaio 2022 il Wall Street Journal pubblicava un articolo secondo cui non soltanto fino a quel momento non vi fossero prove che i vaccini stessero riducendo le infezioni dalla variante omicron, ma gli autori, riferendosi ad uno studio del 22 dicembre 2021, così scrivevano: “Uno studio preliminare ha rilevato che dopo 30 giorni i vaccini Moderna e Pfizer non hanno più avuto alcun effetto positivo statisticamente significativo contro l’infezione da omicron e dopo 90 giorni il loro effetto è diventato negativo, ovvero le persone vaccinate erano più suscettibili all’infezione da omicron. A conferma di questo risultato negativo di efficacia, i dati provenienti dalla Danimarca e dalla provincia canadese dell’Ontario indicano che le persone vaccinate hanno tassi di infezione da omicron più elevati rispetto alle persone non vaccinate. Nel frattempo, è noto da tempo che le persone vaccinate con infezioni da vaccino bucato sono altamente contagiose e dati preliminari provenienti da tutto il mondo indicano che questo vale anche per omicron. Come ha affermato la scorsa estate il direttore del Cdc Rochelle Walensky, la carica virale nel naso e nella gola delle persone vaccinate infettate dalla delta è indistinguibile”.
Già a metà gennaio del 2022, insomma, cioè circa un mese prima dell’emanazione del decreto legge 1/2022 da parte del Governo Draghi, era oramai chiaro e risaputo che i vaccini non fossero in grado di prevenire il contagio e la diffusione del virus e che addirittura in tale ottica non vi fosse differenza tra vaccinati e non vaccinati per quanto era attinente alla carica virale nelle vie aeree superiori.
Il quadro si deve considerare completato allorquando la stessa Pfizer, nell’ottobre del 2022, ha pubblicamente ammesso che i vaccini non erano stati pensati per bloccare il contagio e la diffusione del virus.
Sotto il profilo giuridico, invece, occorre riconoscere che mancando ogni fondamento scientifico sulla possibilità dei vaccini di bloccare la diffusione del virus, la sanzione di 100 euro a carico degli ultracinquantenni che non si erano vaccinati appariva e appare del tutto illogica, e priva dei caratteri di ragionevolezza e proporzionalità che invece tutte le norme e le sanzioni devono avere per essere considerate costituzionalmente legittime e giuridicamente fondate.
Per di più, lo stesso Guido Rasi, all’epoca consulente del Commissario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, in una trasmissione su Rai 3 ha placidamente ammesso che quella sanzione non aveva alcun fondamento scientifico, ma era soltanto una misura di carattere politico dato che il virus non era in grado di distinguere tra un soggetto di 49 anni e uno di 50.
La irragionevolezza della misura sanzionatoria, peraltro, si evinceva dal silenzio della norma per i casi di soggetti non abbienti in un Paese come l’Italia in cui, secondo i dati dell’Istat, si registrava nel 2022 una popolazione in povertà assoluta pari a ben 5,6 milioni di individui.
La decisione del Governo Meloni di abrogare le sanzioni, dunque, è una decisione scientificamente fondata, giuridicamente necessaria per sanare le distorsioni introdotte dalla delirante gestione pandemica dei precedenti gestori della cosa pubblica, e per ripristinare lo Stato di diritto travolto e stravolto dalla pandemia e dalle sconsiderate misure adottate prima dal Governo Conte e poi dal Governo Draghi.
Giuseppe Conte e Mario Draghi hanno agito senza l’assistenza della scienza e contro il diritto, brandendo la spada della paura e il bastone della sanzione; Meloni, invece, con questa operazione sacrosanta, tenta di rispettare la verità oggettiva della realtà contro la narrazione mendace che di essa si è fatta per un intero triennio, e di ripristinare il primato del diritto sull’ideologia pandemistica che così tracontantemente lo ha violato per troppo e intollerabile tempo.
Aggiornato il 13 dicembre 2024 alle ore 09:40