Il golpe “costituzionale” in Romania

Sassolini di Lehner

La Corte costituzionale della Romania deve essersi ispirata alla megalomania di qualche toga nostrana. S’è, infatti, eletta a entità metapolitica, ergo di gran lunga superiore al popolo sovrano, che nelle urne ebbe la scorrettissima idea di votare l’outsider Galin Georgescu. Ebbene, i giudici romeni, scontenti dell’esito elettorale del primo turno favorevole al candidato di destra, filorusso e critico nei confronti della Ue e della Nato, dapprima hanno ordinato il riconteggio dei voti; quindi, visto che i numeri erano maledettamente esatti, hanno annullato il voto, temendo che al ballottaggio Georgescu avrebbe battuto la politicamente corretta Elena Lasconi, tutta casa, Nato ed Unione europea.

In effetti, gli ultimi sondaggi dànno il populista al 47 per cento e la filo-bideniana al 43 per cento. Insomma, le toghe romene, con tale inaudito e antidemocratico straripamento, hanno clamorosamente dato ragione alla propaganda del Cremlino, fondata sugli sporchi complotti e le aggressive trame occidentali contro la Russia. Basti pensare all’argomento principe per legittimare l’operazione militare speciale, cioè il richiamo al golpe del 2004 e soprattutto a quello del 2014 in Ucraina, chiaramente innescato e manovrato da Barack Hussein Obama, Hillary Clinton e dalla Nato.

In effetti, Viktor Janukovyč, il presidente regolarmente eletto dal popolo, venne defenestrato e costretto alla fuga da un movimento di piazza, tanto violento e militarmente organizzato, che risulta difficile definire “spontaneo”. Del resto, la prima preoccupazione del subentrato governo golpista del primo ministro Arsenij Jacenjuk fu di feroce ostilità antirussa, quasi di stampo razzista: venne immediatamente abolita la legge che riconosceva il russo come lingua ufficiale nei territori dove da secoli si parlava e si scriveva. Oggi, a Bucarest si replica lo stesso copione, solo che le manifestazioni di piazza contro l’esito elettorale, risultando numericamente insufficienti, hanno avuto bisogno dei giudici per invalidare il responso delle urne. Uno degli argomenti utilizzati per giustificare il golpe “costituzionalmente” realizzato è stato quello di influenze e di finanziamenti occulti della Russia a favore di Georgescu.

Capisco che siamo in guerra e tutti i mezzi, anche i più scorretti, sono per tradizione ammessi financo al di là degli epicentri bellici. Tuttavia, se, in Occidente, politica, informazione e opinatori di professione non stigmatizzano la Corte costituzionale romena come centro di potere combattente e banditesco, scandalosamente illegale e golpista, allora ci saranno delle gravissime conseguenze. Infatti, se il presupposto giuridico capace di far annullare la volontà del popolo sovrano è davvero rappresentato dalle pressioni e dai soldi russi per foraggiare la campagna elettorale del “loro” uomo, allora si apre una questione di pesantissima rilevanza in vari Paesi europei, come Francia, Spagna, Portogallo e, in primo luogo, in Italia.

Ad esempio, bisognerebbe, sia pure a posteriori, dichiarare illegalmente eletti i politici del Partito comunista italiano, del Psiup, degli indipendenti di sinistra, dello stesso Psi (sino al 1956), avendo occupato e condizionato Camera e Senato, grazie a campagne elettorali influenzate dai russi e sostenute con l’apporto determinante dei milioni di dollari provenienti da Russia, Bulgaria, Polonia, Cecoslovacchia, Ddr (quando la moneta statunitense faceva aggio sull’oro e anche dopo sino agli anni Ottanta). Con i dollari del Cremlino, le società di import-export, il pane strappato di bocca alla popolazione russa e del Centro-est europeo, le frodi al fisco italiano ed anche sovietico (vedi gli affari sporchi dell’agenzia marittima Maritalia di Ravenna di proprietà del Pci), una miriade di nostri Georgescu filorussi ed ostili alla Nato fecero grandi carriere politiche a carico dei contribuenti. Codesti eletti illegittimamente influenzarono l’economia, la cultura, l’opinione pubblica, l’editoria, l’informazione, il cinema, le arti, le università, la giustizia, i sindacati, eccetera. Russificando gran parte della storia della Repubblica.

Il fisco, intanto, dovrebbe richiedere agli ex parlamentari comunisti ancora viventi ed agli eredi dei defunti la restituzione di stipendi, vitalizi e il risarcimento per i vari benefit come gli appartamenti pubblici in centro storico con canone mensile a poche lire. La nostra Corte costituzionale, seguendo l’esempio dei togati romeni, dovrebbe, inoltre, sentenziare che la Resistenza marcata dal comunismo e, quindi, l’intera stagione repubblicana, macchiata dall’influenza e dalle ingerenze di Mosca, andrebbero considerate illegali, criminali, corrotte, antinazionali, quindi da riscrivere ab imis, perché tutte da cancellare.

Urge, perciò, condannare e magari ingiuriare i briganti della Corte costituzionale di Bucarest, giammai giustificarli o, peggio, legittimarli. Dichiarare giusto, o almeno ammissibile, l’annullamento del voto perché inquinato dalla Russia, considerando i contraccolpi sull’Italia, potrebbe far venire un coccolone agli attuali residuati delle campagne sovietiche. Penso, ad esempio, ai compagni di Rai 3, di La7, di Mediaset, alle toghe rosse, eccetera. Noi vogliamo bene alle Tiziana Pannella e alle Lilli Gruber. Noi liberal-umanitari auguriamo a tutti loro buona salute, anche perché ci piace prenderli in castagna vivi e vegeti.

Per la salvezza di tutti loro, dunque, denunciamo con forza la Corte costituzionale di Bucarest, covo di efferati criminali.

Aggiornato il 10 dicembre 2024 alle ore 09:39