Dove coglio accoglio-ne

Sassolini di Lehner

Don Massimo Biancalani, detto “il prete dei migranti”, suppongo che creda davvero e profondamente. Non capisco bene, però, a chi. Un cattivo pensiero potrebbe suggerirmi che riponga fede in Jorge Mario, piuttosto che nel Creatore poco perdonista, anzi troppo giusto e severo. Chissà, forse, si sarà sognato Bergoglio apparso a Mosè sul monte Sinai, antico nominativo del moderno Vaticano, per impartire due ulteriori comandamenti, dopo aver bocciato l’originale – vedi “non rubare” corretto in “ruba pure” – e riscritto mezzo decalogo, come se l’Onnipotente fosse affetto da disgrafia cronica. Ecco le novità sulle nuove tavole, questa volta di plastica biodegradabile ed ecosostenibile, secondo il neocattolicesimo green: “Accogli e onora stupratori e spacciatori trasportati dagli scafisti”. “Giustifica e perdona sempre il delinquente se immigrato”.

Il cattivo pensiero – che don Massimo non mi mortifichi – scaturisce dall’ennesima violenza carnale tentata o attuata da parte di un irregolare, ovviamente pregiudicato e destinato al rimpatrio, eppure riaccolto, calzato e ripulito nella parrocchia di Vicofaro, alle porte di Pistoia, dove il santo parroco di codesti più o meno clandestini ne ospita più di cento. Don Biancalani, appresa la bruttissima novella dell’arresto del liberiano imputato di violenza sessuale aggravata, invece di invocare l’immediato rimpatrio dell’ingrato zozzone, nonché mascalzone, ha sentito il richiamo della foresta bergoglista, ululando, pardon, compatendo e giustificando: “Si tratta comunque di una persona che ha sempre evidenziato alcuni problemi psicologici”.

Ora – i dati ufficiali sono del 2023, ergo per difetto rispetto alla valanga di stupri del 2024 – appurato che l’8,5 per cento di immigrati presenti in Italia ha commesso il 44 per cento delle violenze carnali, dovremmo necessariamente, accodandoci al resiliente perdonismo franceschielliano e biancalaniano, affermare che da anni, pur non potendo più contare sui manicomi, chiusi per buonismo non vedente ma ben demente, accogliamo non disgraziati che fuggono da guerre e atrocità, bensì una marea di malati di mente scappati dai reparti psichiatrici del Continente nero o dell’Asia. Poveri psicotici, essi non sanno quello che fanno, eppur lo fanno; mentre i fautori dell’accoglienza non sanno quello che dicono, eppur lo dicono e lo ripetono.  Da parte nostra, presumendo di non essere pure noi del tutto decerebrati, siamo perfettamente coscienti che lucratori umanitari, postcomunisti, preti francesco-castristi, mercanti di carne umana e caterve di alienati ospitati stanno rendendo invivibile, imbarbarito e brutto l’ex Belpaese.

Aggiornato il 03 dicembre 2024 alle ore 10:07