Sassolini di Lehner
Indossare la toga induce non di rado a megalomania ed a disturbi di tipo ossessivo-compulsivo. Un padre premuroso, temendo di perderlo, un giorno disse al figlio: “Studia con impegno ed apprendi bene, altrimenti finirai a fare il pubblico ministero”.
In ogni parte del mondo, specie dove pullulano quanti che pur di non lavorare preferiscono accusare e giudicare, spunta fuori il magistrato con la mania di far cadere il Governo in carica o sostenere quello del socialcorrotto Luiz Lula, protettore del comunista assassino Cesare Battisti. Mentre altri togati hanno imbastito processi farsa per impedire l’elezione di Donald Trump e favorire la vittoria dello zero assoluto meno uno, cioè l’inesistente Kamala Harris.
Infiniti sono i casi di psicosi sino alla sindrome da giudice etico ed isterico, con i neuroni titillati da pulsioni da poliziotto morale, chiamato da arcane entità metafisiche ad invadere ed incriminare anche l’orizzonte onirico degli avversari politici e dei politicamente scorretti. Passano per quasi normali, benché non lo siano per nulla, procuratori e giudici disturbati non in modica quantità, convinti di dover supplire la qualunque: dall’Esecutivo al Legislativo, passando per le amministrazioni regionali, comunali, financo di quartiere, di condominio e familiari. Si credono onniscienti come coloro che si spacciano per Napoleone o redivivi Elvis Presley. Insomma, vanno curati, non difesi, come quel magistrato che inviò l’avviso di garanzia al Dio biblico come sospetto boss della mafia siciliana.
Talora, a mandarli fuori di senno è la velleità di giudicare non seguendo i codici, bensì la sociologia stracciona accattata dai giuristi bolscevichi: poveraccio uguale innocente; kulak, cioè borghese, da piccolo in su, colpevole a priori. Si tratta, in realtà, di ossessi da riti satanici, sempre impegnati a bruciare Montesquieu con tutte le sue temerarie proposizioni sulla tripartizione dei poteri (non vi è libertà se il Potere giudiziario non è separato dal Potere legislativo e da quello esecutivo…).
Indimenticabile lo sproposito di Francesco Saverio Borrelli, che, solleticato dall’idea di un “suo” governo, disse: “Ad un appello di questo genere (assumere la presidenza del Consiglio, ndr.) del capo dello Stato, si potrebbe rispondere con un “servizio di complemento”. Forse noi rappresentiamo, agli occhi della gente, la prova che si possono porre intelligenze ed energie al servizio degli interessi collettivi”. I magistrati pazzoidi integrali denotano, inoltre, con atti e con parole la frenesia, pericolosa per loro stessi e per l’intera umanità, di risolvere a colpi di sentenze scombinate i conflitti del pianeta. Tra la massa togata dei fuori di testa, furono prescelti i più cronici paranoici del globo, spesso per nominarli membri della Corte penale internazionale dell’Aia.
Infatti, gli attuali dementi incurabili della Cpi, in pieno delirium tremens – forse più da neve che da alcool – hanno ritenuto, da forsennati ad angolo ottuso, di porre fine alle guerre in corso in Medio Oriente, emettendo mandati d’arresto internazionale a carico di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant. Essendo entrambi israeliani, con l’aggravante dell’indubitabile ebraismo, i furibondi antisemiti dell’Aia hanno attribuito loro i crimini di guerra commessi da Hamas.
Alla luce di tante, ripetute ed annose straverie psicopatiche togate, sottoporre a severi test psicologici e psichiatrici buona parte della magistratura mondiale è ormai un irrinunciabile imperativo categorico. La giustizia dovrebbe essere una faccenda seria, non decantarsi come il reparto incurabili del manicomio.
Aggiornato il 25 novembre 2024 alle ore 10:13