Sassolini di Lehner
Morire per Joe Biden, Barack Obama, Hillary Clinton? Pagammo a caro prezzo le loro demenziali “primavere arabe”, non vorremmo essere cancellati del tutto dai loro “inverni russi”. Personalmente potrei anche ubbidire a quelle tre teste di… bombardieri, dato che, stante l’età, quel passaggio fatale lo sbircio comunque dietro l’angolo. Se penso, però, ai bimbi appena nati, allora dico chiaro, alto e forte che sarebbe una follia farli morire di radiazioni atomiche a causa dei deliri del funesto trio: un cascatore, un fratello musulmano, una elettoralmente stra-trombata, cornuta, avvelenata e vendicativa. L’autorizzazione data a Volodymyr Zelenskij di impiegare i missili Atacms a lunga gittata, per portare più a fondo la guerra nel territorio della Federazione russa, è degna dell’Oscar per il film più catastrofistico dell’anno.
Conoscendo lo zar Vladimir Putin, posso assicurare gli amici, pazienti e strenui lettori che una bomba atomica tattica, tanto per cominciare, è già in pista di lancio, per seppellire l’irresponsabile grullismo correct che negli ultimi anni governa l’Occidente. Quel geniaccio di Silvio Berlusconi fu l’unico a capire ipso facto le pericolose derive a cui saremmo andati a sbattere. Esaudire, senza condizioni e limitazioni, le continue richieste di Zelenskij (armamenti e miliardi con aumenti esponenziali in divenire) avrebbe via via determinato una conflittualità di fatto non più tra Mosca e Kiev, ma tra Ue, Nato e Federazione russa. Berlusconi venne criminalizzato, mentre la politica estera europea fu affidata al diversamente responsabile Josep Borrell, il socialista spagnolo che induce a rivedere i giudizi su Francisco Franco.
Il risultato attuale è la nuova preoccupante dottrina militare russa: “In seguito all’insorgere di nuovi rischi e pericoli militari, la Russia può usare l’atomica in risposta a un attacco contro sé stessa o la Bielorussia, avvenuto con l’impiego di armi convenzionali, a patto che minacci la sovranità e l’integrità territoriale”. Purtroppo, non si tratta solamente di minacce e di intimidazioni lanciate dalla propaganda del Cremlino per spaccare il fronte antirusso. Se il trio bombardieri dem, denotatisi cretini oggi e, forse, ancor più domani, hanno inteso fare un dispetto a Donald Trump ed impedirgli di sciogliere il groviglio Kiev, noi euro-sudditi dovremmo protestare e negare d’esser tesi a salutare con entusiasmo la “sconfitta della Russia”.
I russi un tempo sopravvissero a Napoleone e poi ad Adolf Hitler, determinandone la fine politica e fisica, grazie soprattutto al “generale inverno” ed ai lanciarazzi Katiuscia. Oggi, hanno molto di più e di peggio per scongiurare la sconfitta o attuare il “muoia Sansone con tutti i Filistei”: 5.900 testate nucleari pronte all’uso. Di queste, 1.900 sono “tattiche”. Davanti ad un arsenale del genere, superiore anche a quello degli Usa, un Occidente governato non da Biden o Borrell, insomma, da leader non affetti da demenza senile o da furori social-isterici, non tenterebbe lo scacco matto alla Russia. Tanto più che Putin prevede che l’unica risposta occidentale agli ordigni nucleari tattici sganciati sull’Ucraina avverrebbe sicuramente e tempestivamente, ma con armamenti convenzionali.
Così, con gli eserciti Nato in territorio russo, saremmo all’inizio della Terza guerra mondiale con conseguenze devastanti soprattutto per i cittadini europei. I nostri “esperti” di politica estera, del resto, in luogo di metterci in guardia ed informarci correttamente sugli scenari possibili – vedi Lucio Caracciolo che una settimana prima “dell’operazione speciale” escluse l’attacco russo all’Ucraina – raccontano come le cose “dovrebbero” andare, un condizionale codesto già utilizzato nel 1914 e nel 1939 per rimuovere anche la sensazione che qualcosa di mai visto e di terribile si stava preparando, cioè due macellerie mondiali: circa 37 milioni di vittime dal 1914 al 1918; poco meno di 70 milioni di morti dal 1939 al 1945.
Aggiornato il 21 novembre 2024 alle ore 09:44