Si potrebbe dire, con il Sommo Poeta, “il modo ancor mi offende!”(canto V dell’Inferno, ndr). Ma al netto delle forme, nella sostanza Elon Musk se non ha proprio ragione ha indubbiamente le proprie ragioni.
Quando un magistrato con le proprie sentenze, che ovviamente possono interpretare le leggi seguendo i dettami costituzionali ed europei ma, per come le recepisce l’estensore stesso, di fatto condiziona la politica di un Paese (per non dire di un continente intero), dovrebbe farsi eleggere. Per portare avanti con più credibilità le proprie convinzioni. E per l’appunto negli Usa avviene così almeno a livello dei procuratori distrettuali. Uno si concentra di più sul contrasto all’immigrazione, un altro invece sulla lotta al traffico di droga, un altro ancora contro il terrorismo islamico. Tutti presentano il proprio programma alla popolazione di un determinato distretto e in base a quel programma vengono o meno eletti. Poi, una volta insediati, il programma in questione cercano di portarlo a compimento.
Quindi Elon Musk, che vive negli Stati Uniti d’America, è logico che si stupisca di questo ostruzionismo un po’ politicizzato e un po’ burocratico che alcuni pubblici ministeri e alcuni giudici fanno all’Esecutivo in carica. Specie, ma non solo, quando è ideologicamente loro ostile.
E allora, se si capisce l’intervento di Sergio Mattarella e, per quanto di repertorio, lo si può condividere, di meno si comprendono gli alti lai dei partiti della sinistra che, a corto di argomenti, si attaccano a quel che passa loro il convento mediatico. Vivendo molto alla giornata.
E finendo per scatenare le solite tempeste nei bicchieri d’acqua.
Aggiornato il 15 novembre 2024 alle ore 09:30