Unifil? Libro e moscetto

Sassolini di Lehner

Passeggiando nervosamente sotto l’Arco di Tito, l’agguerrito ministro della Difesa ha formulato, subito imitato da Aboubakar Soumahoro, tremende accuse nei confronti di Israele, esposta al pubblico ludibrio come spietata centrale specializzata in crimini di guerra.

Il prode Guido Crosetto, indomito eroe, dopo aver strenuamente combattuto, con esito incerto, la pugna punitiva contro il generale Roberto Vannacci – il pericoloso guastatore del politicamente corretto e del pensiero unico, impudente dicitore di ciò che pensa sullo Ius scholae e sullo Ius furis, il diritto del ladro – adesso, ispirandosi a Tito, il vincitore della guerra giudaica, con tanto di distruzione di Gerusalemme e del Tempio, mostra il petto in fuori e bellicosamente villoso a Benjamin Netanyahu. L’idea sarebbe quella di spaventare Bibi, che, però, richiesto di un giudizio su Crosetto dicono abbia risposto: “Che cos’è?”.

Gli israeliani, insomma, sono gli unici al mondo che non si dilettano di tampinare, scrutare, dossierare Crosetto, moglie e figli compresi. Semplicemente, lo ignorano.

I militari giudei stigmatizzati dal nostro Aiace Telamonio, essendo intenzionati a snidare i terroristi islamici ovunque si celino, hanno osato avvertire i soldati dell’Unifil (United Nations Interim Force In Lebanon), l’inconcludente corpo dell’improbabile Onu, di trasferirsi più a Nord di qualche chilometro, lasciando le postazioni soggette agli attacchi mirati a snidare gli Hezbollah, che proprio da quell’area lanciano razzi e droni.

In effetti, morire è evento serissimo, ma l’ingaggio dei militari che fanno da cuscinetto – forza di interposizione non abilitata ad usare la forza – è talmente privo di senso, che anche una screpolatura sul pollice per difendere i muri dell’Unifil sarebbe sacrificio sproporzionato e bischero. L’Unifil, infatti, è la cartina di tornasole delle faziosità e dei fallimenti dell’Onu (Organizzazione Nessuna Utilità).

Unifil avrebbe dovuto salvaguardare la Blue Lineil confine di fatto tra Israele e Libano – monitorare la cessazione delle ostilità; prevenire la ripresa dei conflitti; provvedere al disarmo di tutti i gruppi armati; impedire commercio e rifornimento di armi; assicurare che la propria zona non sia schermo per attentatori e terroristi.

Invece, assassini sciiti e l’Iran, il mandante, non sono mai stati disturbati dalla patetica “forza d’interposizione”, che, in realtà, li rimira inerte. Sotto gli occhi dell’Unifil, addetta a segnalare le violazioni solo di Israele, hanno potuto armarsi e colpire senza problemi.

Con voce tonante l’invitto Guido ha risposto al saggio consiglio dell’esercito israeliano: “Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci. Noi siamo lì e ci rimaniamo, con la forza del mandato delle Nazioni Unite”.

L’Italia, dunque, e l’Onu, non prendono ordini da Gerusalemme, il che sarebbe encomiabile, se per tanti anni non li avessero presi da Teheran, visto che non hanno mai alzato la voce davanti al Sud del Libano via via divenuto una delle basi più micidiali delle ostilità contro Israele.

Suvvia, pugnace e quotidianamente “attenzionato” Guido Oileo, distinguiti decisamente da Soumahoro anch’egli Bibifobico, nonché dalle chiacchiere antisioniste di Romano Prodi, detto il piattino di via Gradoli. Evita, per giunta, le supercazzole su Israele di Luciano Spalletti, che se fosse muto sarebbe un c.t. perfetto.

Egregio ministro, il vero crimine di guerra sarebbe non salvaguardare i militari italiani, facendoli rimanere nella polveriera del Libano meridionale con regole d’ingaggio patetiche e ridicole, tant’è che s’interpongono giorno e notte, rintanati nei bunker, gridando: “Libro e Moscetto”.

Se vuoi davvero diventare il nostro eroe, richiamali in patria e impiegali in attività più proficue, magari col moschetto, contro lo Ius furis, tipo monitorare le stazioni italiane carenti di Blue Line e di interposizioni alla dilagante criminalità dei clandestini... islamici.

Aggiornato il 14 ottobre 2024 alle ore 16:51