Sassolini di Lehner

Alcuni eretici non credenti nei dogmi di Sua Santità, il Faraone togato, riferendosi ai misteri dolorosi delle rotaie sulle quali arranca la giustizia, usano parole empie, tipo:

- megalomania;

- due pesi/due misure;

- politicizzazione;

- sacra corrente;

- corporazione;

- tempi da lumaca;

- strapotere;

- esondazione;

- voglia di lavorare saltami addosso e fammi lavorare meno che posso;

- troppi mesi di ferie;

- Vincenzo, se “colletto bianco”, io ti ammazzerò;

- no al capitalismo.

Roba da infedeli, dunque, i quali aggiungono un’accusa davvero esorbitante: per colpa della interpretazione creativa o futurista del codice, talora a causa della vera e propria arbitrarietà del giudice, gli stranieri hanno paura di intraprendere attività economiche in Italia.

Non è assolutamente vero. Infatti, codesto addebito è falso e risuona come una bestemmia, tipo l’inaugurazione dei giochi olimpici parigini. Semmai, il contrario: la microcriminalità dell’intero globo terracqueo accorre in massa in Italia, per spacciare, borseggiare, scippare, rubare, trafugare, rapinare, aggredire, occupare militarmente appartamenti, interi caseggiati,  invadere e colonizzare mezzi pubblici (metropolitane su tutti), stazioni ferroviarie e qualsivoglia ambiente affollato adatto allo sgraffigno. In tutto il mondo, infatti, si è sparsa la voce che la legislazione cattocomunista, maneggiata da toghe post-sovietiche sempre a caccia del kulak (dal “colletto bianco” in avanti), garantisce il diritto costituzionale di delinquenza libera ai ladruncoli e non solo a loro.

Il poliziotto rischia la pelle per arrestarne qualcuno, salvo rendersi conto dell’inutilità del suo impegno, visto che c’è sempre il magistrato più veloce della luce, che un minuto dopo rimette in libertà il turista delinquente. Legislazione bischero-buonista e l’italo magistrato che libera sistematicamente il microcriminale sono ormai una leggenda cosmica, universalmente apprezzata tra i pregiudicati e gli incarcerati del mondo. Sono, dunque, benemeriti, perché tanti stranieri, attratti dal libero furto in illiberale Stato, vengono da noi per portare a compimento i loro affari e gli smodati profitti economici. In più, si staglia in alto addirittura un Pontefice, che ha ribaltato il settimo comandamento (“non rubare”), avendo elogiato e considerato provvidenziale chi deruba, liberando le vittime dal peccato mortale della proprietà privata.

Grazie a Sua Santità, il Faraone Togato, e a Bergoglio, vengono a frotte in Italia, ad affrancarci dal male di possedere qualcosa. Talora, la ressa dei criminali si ritorce verso gli stessi clienti degli scafisti, turisti accolti da noi samaritani accoglioni: è fresca la notizia che a Trieste 15 banditi, turisti immigrati afghani, hanno selvaggiamente accoltellato 4 giovani immigrati pakistani. Gli afghani, padroni e dominatori in casa nostra, volendo esercitare il loro diritto costituzionalmente garantito, esigevano prestazioni sessuali e denaro.

I pakistani, rilevando di trovarsi a Trieste e non a Parigi o a Frocinone, rifiutarono sia il borsellino, sia lo sverginamento. Uno dei quattro feriti in modo grave pare sia un minorenne, troppo acerbo per rinunciare alla propria verginità e per adattarsi al progresso inarrestabile e alla pederastia, sempre più benedetta dal gayo circo mediatico-politico che avanza in città e in chiesa.

Aggiornato il 06 agosto 2024 alle ore 12:30