Letti di cartone, trans e un cenacolo molto fluido

Vi giuro che non avrei voluto trattare l’argomento, ma dietro le reiterate insistenze di un’amica, ho ceduto... e allora scrivo qualcosa sulla ridicola pagliacciata (magari fosse soltanto quella) della messa in scena – oscena – de l’Ultima cena di Leonardo da Vinci in versione queer per aprire le Olimpiadi francesi.

Tralasciamo volutamente che, seppur mossi da sacrosanta indignazione, molti commentatori si siano improvvisati esperti di esoterismo e di simbolismo nonché d’arte, laddove sino a ieri erano magari tecnici in strategie belliche con armi non convenzionali su Risiko o profondi conoscitori della Russia del Principato di Kiev, per tacere dei misteri atlantidei sulla faccia nascosta della luna. Ora, però, qualcuno di questi ha anche qualche ragione.

Ovviamente, le solite frasi di circostanza sulla morte dell’Occidente e sul crollo della sua civiltà... ve ne accorgete adesso? Lasciamo stare di citare sempre Oswald Spengler, Julius Evola e altri “apocalittici”. Ma almeno qualcuno si ricordasse ogni tanto degli scritti di Silvano Panunzio. Sarebbe già qualcosa comunque, magari un pochino tardi e in ritardo, ma andrebbe bene se almeno questa presa di coscienza servisse a provare, a cercare di raddrizzare la curva sempre più ripida nella quale l’Antico Continente è precipitato non da ieri.

Indubbiamente, davanti alla riprovevole – ripeto oscena, aggiungo empia e blasfema – parodia realizzata come una sorta di tableau vivant, a volgare imitazione di un masque elisabettiano o di una festa barocca ma con tutti i crismi contro-iniziatici del caso, i nostri politici si sono mossi in ritardo, ma qualcuno lo ha fatto e gliene va reso merito. Primo tra tutti, e con lui mi complimento, perché finalmente vedo un primo segnale di “reazione”, è stato l’europarlamentare umbro Marco Squarta, in quota Fratelli d’Italia, che su Facebook, stando all’agenzia Ansa, ha scritto: “Adesso basta. Tutti sanno che sono per il rispetto di ogni persona e sono contro ogni discriminazione sessuale ma tutto ha un limite. Che senso ha trasformare ogni evento planetario (perfino sportivo) in un gay pride? La trasmissione di tale contenuto, in un evento di portata globale come le Olimpiadi, non solo offende profondamente la sensibilità religiosa, ma mina anche i principi di rispetto e tolleranza che dovrebbero essere alla base delle manifestazioni internazionali. È imperativo che le istituzioni europee prendano una posizione chiara e ferma contro simili offese, per garantire che eventi futuri rispettino tutte le fedi e culture rappresentate. Per questo, insieme ai colleghi parlamentari europei di Fratelli d’Italia, abbiamo deciso di portare la questione a Bruxelles con un’interrogazione. È ora di dire basta a certe follie che vogliono imporre la cultura transgender a tutti!”. A seguirlo sono stati sempre, per il partito meloniano, Nicola Procaccini e anche il vicepremier leghista Matteo Salvini, mentre è giunto poco dopo il pensiero del nostro ministro Gennaro Sangiuliano su questo esecrabile fatto, ingiustificabile sotto tutti i punti di vista, con un ottimo commento su un post del suo profilo Facebook: “L’Ultima cena di Leonardo è una delle più alte espressioni d’arte e rappresentazione d’un atto evangelico, caro a milioni di cristiani. Dileggiarla non è libertà ma semplice volgarità. Francois René de Chateaubriand si starà rivoltando nella tomba”.

Bene, bravo Sangiuliano. Questa volta l’ha imbroccata, perché ha espresso il suo disappunto non soltanto per l’insulto alla sensibilità religiosa cristiana, pesantemente quanto gratuitamente vilipesa, ma finalmente ha difeso una delle maggiori opere del nostro patrimonio artistico che – lo ricordo per certi commentatori un po’ disattenti – non è un affresco. Ecco a cosa serve la conoscenza dell’arte: a capire il valore del nostro bene più alto.

Non evocherò il nome di René Guénon, né quello di altri grandi studiosi dell’esoterismo per spiegare, a chi non lo vuole comprendere, quale sia la fonte di questa volontà satanica di distruzione di tutta la civiltà europea, e dunque cristiana, ma anche di quella greco-latina e quindi anteriore al papato, cominciata – guarda un po’ – proprio a Parigi, nel lontano 1789, con il Terrore, dopo le violenze e i genocidi perpetrati dalla Rivoluzione francese. Eviterò anche di ricordare una delle quartine delle Centurie di Nostradamus che ne tratta, perché si sa che al buon Michel de Nostredame gli possiamo far dire qualsiasi cosa. Però, di là da ogni considerazione di carattere “esoterico”, sarebbe stato sufficiente indignarsi almeno un po’, almeno tramite ambasciata, per un simile irrispettoso trattamento verso una delle nostre più importanti opere d’arte. Perché la Gioconda sì è di proprietà francese, e dunque giustamente non può essere toccata loro, ma l’Ultima cena è ancora italiana, oltre che patrimonio dell’umanità.

Cosa sarebbe successo se qualcuno, anche con la motivazione più inclusiva, progressista e accogliente possibile, avesse parodiato per esempio il famoso dipinto La Libertà che guida il popolo, di Eugène Delacroix? Forse i nostri cugini d’Oltralpe avrebbero avuto qualche ragione di aversela un po’ a male, non credete? Sapete quanto i francesi tengano alla salvaguardia della loro arte, vero? Quasi quanto noi, mi verrebbe da dire ironicamente, anzi con una punta di sarcasmo, perché a noi – troppo spesso – di salvaguardare i nostri beni artistici e culturali, lasciatevelo rammentare, importa né punto né poco.

Finalmente, un risveglio d’amor patrio in senso artistico da parte dei “difensori” ministeriali dei beni culturali e non solo, ci porterebbe a ben sperare. Del resto, cosa posso dire che già non sia stato evidenziato... potrei sottolineare che anche per i figli di Lutezia non va poi così bene culturalmente parlando, visto che se noi siamo dimentichi di grandi come Ludovico Ariosto o Vittore Carpaccio, anche loro hanno obliato il lascito sublime di François Villon o di François Rabelais, per involversi in un perenne carnasciale fuori tempo e di pessimo gusto, garantito dalle parole “libertà”, “uguaglianza” e “fraternità” che ancora grondano dagli eccidi della Vandea. La Pulzella sta ancora ardendo sul rogo.

Eppure, la Francia è stata una grande, straordinaria nazione d’eroi, santi e artisti meravigliosi prima che la nera nube del Terrore giacobino violasse ogni anima di questa miseranda Europa, che nessuno ormai più difende. Queste sono dunque le Olimpiadi del XXI secolo, un “non luogo” dove impera il crowleiano “fa ciò che vuoi”, nel quale però agli atleti viene imposto di dormire su resistentissimi letti di cartone onde evitare eccessi erotici. Spero soltanto qualcuno tra loro si ribelli e faccia sesso direttamente sul pavimento, tanto se c’è la passione, c’è tutto!

Aggiornato il 30 luglio 2024 alle ore 09:46