Prodi al posto di Biden

Sassolini di Lehner

Non c’è più rispetto per gli anziani. Si pensi a Joe Biden, dato per rincoglionito e destinato a essere cacciato dallo Studio ovale e messo a forza in casa di riposo. Lo richiedono i dem statunitensi, non immuni pure loro da scemenza giovanile, visto che non si sono accorti sino all’altro giorno di avere sostenuto un presidente instabile, balbettante, provetto nei cascatoni. I dem-enti, ragionando coi piedi, credettero di risolvere la patologia da stuntman cronico con un paio di scarpette antiscivolo. Ebbene, chi potrebbe sostituire l’idolo del forsennato propagandista Robert De Niro nella guerra civile di Hollywood e dei mass-media contro Donald Trump?

Un comunistoide, dubitando del Decalogo e delle radici giudaico-cristiane, candida Ilaria Salis, ormai famosa e famigerata professionista di qualsiasi occupazione di casa, financo quella Bianca. Un venditore di almanacchi tesse le lodi del bronzeo di Riace, Mimmo Lucano, già condannato e, quindi, rin-graziato e bi-eletto (sindaco ed europarlamentare) per le sue virtù inclusive di extracomunitari e, un domani, di extraterrestri e di spacciatori messicani. Un amante del cioccolato propone non Michelle Obama, bensì Liliane Murekatete in Soumahoro. L’elegantona, rimasta fuori dal Parlamento europeo per una amnesia di Nicola Fratoianni, potrebbe diventare prima presidentessa Usa nera. La suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, potrebbe, invece, prendere il posto di Gabriele Gravina, gestendo da par suo la Federazione italiana giuoco calcio.

Un buffoncello pallonaro vedrebbe bene l’intera Nazionale azzurra al posto di Biden, supponendo che una dose di (Nicolò) Fagioli stracotti e una numerosa squadra di Lorenzo Pellegrini facciano meglio di uno. In più, ci sarebbe Taccagni, pardon, Mattia Zaccagni. C’è chi si accontenterebbe di una personcina solo un po’ meno rimbambita, vedi il profeta che legge la palla di vetro e il pallone di cuoio, cioè l’esimio Paolo Condò. La Sibilla paolina sentenziò: “Chiesa si sta rivitalizzando. Se si connette con Scamacca, arriviamo ben dentro luglio”. Peccato che non abbia specificato l’anno, visto che nel 2024 siamo rimasti intrappolati ben dentro giugno. C’è di meglio, però, nel pappamondo del football, per sostituire il presunto vecchiaccio incapace; vedi il geniaccio Ivan Zazzaroni, che pontificò: “Sono convinto che con la Spagna possiamo fare una signora partita e vincere”. In verità, perdemmo la “s”, facendo una ignora partita barbina. Condò e Zazzaroni si candideranno, senza dimettersi da opinatori: il primo si “connetterà” col tempio rivitalizzato di Chiesa, quella episco-balle; il secondo farà una s-ignora campagna elettorale e si scamaccherà. Luciano Spalletti, reso sobrio e lucido dalle sconfitte, ergo meno propenso alle supercazzole a-semantiche, mi sussurra: guardi che quei due, confondendo il tifo con l'informazione, collezionano parole a màtula che manco Fabio Caressa.

Anche quest’ultimo potrebbe occupare il posto dell’impacciato di Washington, grazie al test della gran testata (non Sky), cioè superando la prova della capocciata giornalistica: triplo salto carpiato sulla piscina perfettamente prosciugata. Certo, non è facile rimpiazzare adeguatamente il vegliardo, che parla ogni giorno di politica estera con François Mitterrand, defunto nel 1996. Lo stesso leader dei dem-enti statunitensi, tra un cascatone e l’altro, mezzo sdrumato, mi tartaglia la soluzione: potrò cedere il posto di candidato alla guida degli Usa solo a Romano Prodi, l’unico degno erede. Privilegio Prodi, come a dire prima lo spiritismo, poi il materialismo dialettico e il giornalismo dislessico, perché Romano, alias il Mortadella, attraverso il gioco del piattino con l’aldilà, riuscì a farsi consegnare da un fantasma ben informato l’indirizzo romano – via Gradoli – del covo delle Bierre.

A differenza di me, vegliardo Joe, strapazzato, umiliato, pressato, nessuno diede del rimbambito al Mortadella, trattandosi di conclamato furbacchione, sempre determinato a spacciare assurdità al popolo ritenuto bue. Lui, dopo il cambio suicidario lira-euro, dopo il tentativo di svendita a due lire della Sme, dopo le misteriose sedute spiritiche, non ha avuto mai guai. Eppure, sulla lira svalutata disse che si doveva pur finanziare l’unificazione tedesca, mentre sulla Sme argomentò che l’acquirente era circonciso! Gode dell’impunità e di buona stampa, mica passa per rincitrullito come me, meschino Joe.

Aggiornato il 01 luglio 2024 alle ore 09:50