Sassolini di Lehner
Dubito, ergo sum. Quindi, sono maledettamente aduso a pormi domande.
Lo sfortunato bracciante indiano Satnam Singh è deceduto insieme al suo braccio irrimediabilmente tranciato e crudelmente riposto in una cassetta di frutta e sangue.
Da destra e da sinistra, lacrime, cordoglio, accuse, ipocrisie, parole da distrazione di massa, risvegli sindacali, politicizzazioni, retorica, cortei e corone di fiori. Eppure, la vera domanda è: che diavolo ci faceva l’indù senza permesso di soggiorno sui campi di Latina? Quanti chilometri tra il basso Lazio e l’India? Quanti dollari servirono all’indiano per percorrerli? Chi ha guadagnato di più sul lungo viaggio del povero Satnam?
Non è che il business dei mercanti di carne umana prosegue imperterrito con gran profitto del caporalato e delle coop di presunta assistenza, si veda il conclamato diritto al lusso della famiglia Soumahoro?
Non è che codeste tragedie dovrebbero essere addebitate agli accoglisti sempre e comunque, cioè, sinistrorsi, schleinisti, magistrati, Bergoglio e bergoglioni compresi? Non è che c’è troppa accogliaggine nella parrocchiale italiana? Perché è stato censurato e cancellato il messaggio di preti e laici, dotati di saggezza e buon senso, sul diritto a non emigrare?
Non è che la sentenza del comunista Salvatore Buzzi (“Lo sai che gli immigrati rendono più della droga?”) avrebbe dovuto attivare la magistratura dormiente sul cuscino rossastro di sinistra per fare finalmente piazza pulita di chi lucra sull’umanitarismo dell’accoglienza?
Non è che i togati distratti sono complici della filiera criminale (dalle Ong sino al caporalato disumano ed assassino di braccianti indù)? Non è che codesti togati dovrebbero, per solidarietà, aprire finalmente il pugno chiuso, mostrando mani veramente autonome ed indipendenti dagli strabismi ideologici? Non è che gli accoglisti sfruttatori siano da identificare come i veri mandanti dell'omicidio di Satnam Singh? Controlli più rigorosi sul sistema del caporalato? E chi controllerà i controllori? E chi avrà mai il coraggio di combattere alla radice questi problemi, cominciando dalla sorgente invece che dalla foce?
Quesiti ai quali non rispondo affidandomi al maestro Pirrone, scettico assoluto, agnostico a quattro ante, teorico della ἀκαταληψία (incomprensione della realtà) e dell’ἐποχή (sospensione del giudizio), fin quando la giustizia starà dalla parte delle Ong e non della Nazione; fin quando “bouche de la loi” sarà considerata offesa sanguinosa; fin quando il controllo di legalità sarà interpretato e gestito dalle Ilaria Salis; fin quando ci terremo inermi la residuale ultima Repubblica sovietica con tutte le sue “Pravda” in luogo della libera, obiettiva, non faziosa informazione. I contadini di tutta Europa per settimane contro l’incompetenza organizzata della Ue? Buco informativo quasi tombale.
Una volta affrancati dalle violenze strafatte dei centri sociali, una volta rifiutato il flusso migratorio che ci imporrà la shari'a e, quindi, ci condurrà in pellegrinaggio alla Mecca, per venerare la pietra nera, regalo di Allah, insomma, dopo la Liberazione dall’alienazione collettiva, allora tornerei ottimista e fornirei risposte adeguate alle domande.
Purtroppo, non credo ai miracoli, continuando a nausearmi per l’immarcescibile resilienza di comunistaggine, coniugata con scempiaggine, ignorantaggine, drogaggine. Faccio l’indiano e non aggiungo “europaggine”, così mi godrò gli agi della sorosaggine, della valigiaggine in dollaraggine destinate a quanti tifano Ue.
Aggiornato il 25 giugno 2024 alle ore 10:20