Quanto sa di Salis “lo pane” strappato di bocca

Sassolini di Lehner

La candidatura di Ilaria Salis e, quindi, la sua elezione all’Europarlamento è l’ultimo schiaffo da parte degli avanzi del marx-leninismo alle popolazioni centro ed est europee. Da parte del Partito comunista italiano e sue derivazioni (Pds, Rifondazione, Comunisti italiani, Ds, Pd, Avs) non sono state mai formalmente presentate scuse ai popoli prigionieri della Cortina di ferro. Scuse che sarebbero il minimo etico-sindacale per l’incidenza negativa sulla qualità della vita dovuta anche ai finanziamenti annuali da parte del Pcus (con il concorso coatto degli Stati europei satelliti) ai “partiti fratelli” dell’Occidente, primo fra tutti il Partito comunista italiano.

La nomenklatura delle Botteghe Oscure, infatti, ricevette, dal 1945 sino a Michail Gorbaciov quasi mille miliardi di lire dal Fondo di solidarietà gestito dal Cremlino. In verità, la stessa scissione di Livorno (1921), la nascita e la sopravvivenza del Partito comunista d’Italia furono possibili grazie ai costanti finanziamenti dall’Urss. Cito qualche dato ufficiale (archivi del Pcus, via Ilinka, Mosca):

– cominciamo dai contributi del Poup (Partito unificato operaio polacco): il Ppk, Partito comunista polacco, non poteva essere nemmeno evocato, essendo stato cancellato, cioè sterminato, dai vertici sino ai quadri, per ordine di Iosif Stalin e la controfirma, tra gli altri, di Palmiro Togliatti, grande carnefice di militanti comunisti italiani, tedeschi, spagnoli, polacchi. Gran parte degli assassinati del Ppk erano, per giunta, appartenenti al popolo di Mosè, a riprova dell’antisemitismo feroce degli stalinisti. Ebbene, nel 1973 la Polonia contribuì al Fondo con 650mila dollari americani. All’epoca, per un dollaro ci volevano 624 lire, ergo stiamo parlando di 405.600.000 di lire;

la popolazione, però, per finanziare i comunisti dell’Occidente si vide razionati i generi alimentari e i prodotti per l’igiene (ad esempio, le saponette). Il Pci, quell’anno, ricevette dal Fondo 5 milioni e 200mila dollari statunitensi, cioè più di tre miliardi di lire. Nel 1974, in Polonia venne razionato tutto, dalla carne agli alcolici, dalle scarpe allo zucchero, sino al latte in polvere per i neonati e alle medicine, ma ai polacchi furono di nuovo tolti 650mila dollari per il Fondo. Ai nati negli anni Settanta, basta guardare in bocca oggi: più dentiere che denti, per mancanza di calcio;

il ricco, grasso e pretenzioso partito “fratello” italiano, che, attraverso Enrico Berlinguer pose spudoratamente agli altri la “questione morale”, quell’anno richiese e ottenne da Leonid Bréžnev 6 milioni di dollari, poco meno di 4 miliardi di lire. Memorabile fu la malcelata nausea di Leonid per l’esosità dei compagni italiani. Lo stesso Berlinguer fece a lungo finta di non sapere che il Pci continuò per decenni a derubare gli eredi di Antonio Gramsci, intascando indebitamente i diritti d’autore spettanti alla vedova e agli orfani del pensatore sardo. Stessa giugulazione di beni di prima necessità a danno dei popoli sovietici, a cui venivano sottratti circa 15 milioni di dollari ogni anno. E così, annualmente, per la popolazione magiara (650mila dollari), per i cecoslovacchi (650mila dollari), per i romeni (650mila), per i bulgari (450mila), per i tedeschi dell’Est (350mila dollari).

Polacchi, bulgari, rumeni, ungheresi, cecoslovacchi, tedeschi dell’Est (in fila per ore con la speranza di acquistare un chilo di patate e quattro cetrioli) fecero la fame, essendo sacrificati per ingrassare i comunisti occidentali. Più di tutti, a godere delle sofferenze di queste popolazioni furono i comunisti italiani. Grazie ai dollari del Fondo, crearono e consolidarono la loro cosiddetta “egemonia culturale”. L’intellettuale da sempre è la versione ripulita della cortigiana: davanti alle carezze, alla notorietà, ai piaceri della vita, al successo, al denaro, la cocotte da salotto letterario si vende e si trasfigura, capacissima di cambiare in un attimo l’arrapante lingerie, da noire mussoliniana a rouge stalino-togliattiana. Gli italo-comunisti, a colpi di miliardi, poterono mantenere eserciti di funzionari, giornali, riviste, varia pubblicistica anche a livello locale. E anche influenzare il mondo dell’arte, dei premi letterari, dell’editoria, dell’informazione, del cinema, della radio, dei festival, della tivù, delle Università, della magistratura, dei sindacati; financo delle forze armate e il clero, cattolico e non solo, senza dover mai badare a spese, contribuendo a corrompere l’intera vita politica italiana, facendo sì che tutti gli altri partiti dovessero procurarsi sempre maggiori finanziamenti occulti ed illeciti. In più, il Pci si avvalse, felicemente amnistiato da Mani pulite, della Tangentopoli nazionale.

Oltre ad affamare, non mancarono di inquinare antropicamente, esportando efferati assassini nei Paesi colonizzati dall’Urss. Togliatti, nel 1949, promuove l’esercito clandestino del Pci con i comunisti italiani, per lo più spietati criminali, riparati in Cecoslovacchia. A Praga c’è una delle sedi operative della prima Gladio Rossa, specializzata nell’addestramento al sabotaggio, agli attentati, alla guerriglia: milizia armata e truppe scelte per intervenire in caso di necessità in Italia. La colonia italiana di Praga s’infoltirà via via con l’arrivo di altri autori di omicidi e carneficine. Nel 1951, arriveranno alcuni assassini della Volante Rossa (l’archetipo delle Brigate rosse): Giulio Paggio, Paolo Finardi, Natale Burato. Tutti iscritti al Pci che insanguinarono le strade di Milano.

Poi, per due volte, vi troverà asilo Francesco Moranino, condannato per l’uccisione dei seguenti partigiani non comunisti: Emanuele Strasserra, Gennaro Santucci, Ezio Campasso, Mario Francesconi, Giovanni Scimone. La strage fu completata con l’assassinio di Maria, moglie di Santucci, e l’altra Maria, sposa di Francesconi. Le donne furono eliminate con un colpo di pistola alla nuca, perché chiedevano spiegazioni sulla sorte dei loro mariti. Nella sentenza di condanna all’ergastolo per Moranino si legge: “perfino la scelta degli esecutori dell’eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in un’osteria e per l’impresa compiuta ricevettero in premio del denaro”.

Moranino non si fece neppure un giorno di carcere. Con sconto di pena, e infine graziato, poté tornare a occupare pure il seggio di Palazzo Madama. È la storia di quegli anni: il tribunale condanna, il Pci fa espatriare i criminali rossi in Cecoslovacchia, che sarà, fra l’altro, uno dei nidi delle Br. Togliatti, nel giugno 1949, mentre imperversa in Italia l’agitazione contro il Patto Atlantico, piomba a Praga per galvanizzare la colonia italiana, da cui in futuro scaturiranno direttori di Rai 3, a cui si rivolge così: “Il destino storico dell’Italia è di collaborare con i popoli slavi e con gli altri popoli dell’Oriente europeo per creare un’Europa nuova, giovane, libera, pacifica, felice… Non impressionatevi: gli uomini che oggi governano l’Italia sono marionette miserevoli e ancora possono muoversi sulla scena della storia solo perché stanno dietro di loro e li fanno muovere i briganti dell’imperialismo. Ma io sono sicuro, e voi con me dovete essere sicuri, che non passeranno molti anni e il popolo italiano scuoterà per sempre il giogo del regime attuale e l’Italia intera, un grande popolo di cinquanta milioni di uomini, si unirà a voi, si unirà ai popoli liberi”.

Ebbene, i comunisti e i loro eredi non hanno mai chiesto perdono agli ungheresi, ai polacchi, ai bulgari, ai cecoslovacchi. Anzi, con Ilaria Salis a rappresentare gli europei hanno offeso per l’ennesima volta i popoli a lungo sotto il tacco chiodato del Cremlino. Ebbene, sa proprio di Salis “lo pane” strappato di bocca ai colonizzati.

Aggiornato il 18 giugno 2024 alle ore 10:08