Salute e comportamenti individuali

Nella campagna elettorale appena conclusasi, tanto sul piano nazionale che su quello locale, il Partito democratico ha messo ai primi posti del suo messaggio politico il cosiddetto diritto alla salute. Ebbene, dal momento che in questo caso la forma espressiva sembra importante quanto la sostanza del delicatissimo tema, personalmente mi sento di rigettare in toto l’approccio con cui Elly Schlein e compagni propongono la questione. Una questione che, a parere della segretaria dem, si risolverebbe semplicemente portando la spesa sanitaria al 7,5 per cento del Pil.

In realtà, ritenendo da sempre che il senso di responsabilità individuale costituisca il principale fondamento di una comunità civile ed evoluta, sono assolutamente persuaso che la salute rappresenti essenzialmente una conquista personale e che, semmai, il Sistema sanitario nazionale debba garantire il diritto all’assistenza e alle cure in caso di seri o gravi problemi di salute.

Al contrario, secondo la linea molto demagogica portata avanti dal Pd, facendo passare il concetto che la salute medesima rappresenta un diritto che prescinde dal comportamento dei singoli, non si fa altro che incentivare ciò che nella maggioranza dei casi sta alla base dello sviluppo delle più disparate patologie, ossia un pessimo stile di vita.

In altri termini, in questo modo ai soggetti piuttosto sedentari e crapuloni o a quelli dediti al fumo, all’alcol e altre sostanze lecite ma assunte senza criterio si trasmette l’idea che si possa trascurare del tutto o quasi un corretto stile di vita, dal momento che comunque vada arriverà sempre il 7° cavalleggeri della sanità pubblica, sventolando i vessilli della sinistra italiana, a salvarli da qualsiasi malanno. Si tratta, evidentemente, di una grave aberrazione del pensiero e che già da molto tempo l’Organizzazione mondiale della sanità ha implicitamente bocciato con una formulazione che è stata completamente ribaltata durante il colossale e molto sinistro pasticcio delle restrizioni sanitarie ai tempi del Covid-19: “La salute è una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente l’assenza di malattia o infermità”.

E cari amici e compagni, se consentite, onde perseguire il paradigma formulato dall’Oms, non basta assumere altri medici e infermieri, bombardando di farmaci più potenti e mirati i loro pazienti. Occorre invece che, insieme agli sforzi compiuti per curare chi ha veramente bisogno di aiuto, un Governo serio si sforzi di spiegare ai cittadini che i principali artefici del loro benessere sono essi stessi, adottando i comportamenti più appropriati. Comportamenti orientati alla prudenza alimentare, se così vogliamo dire, e a una costante attività motoria che rappresentano un formidabile binomio, insieme alla proverbiale mela, per togliere il medico di torno anche in età avanzate.

Aggiornato il 13 giugno 2024 alle ore 10:15