Biden, il nostro Duce

Sassolini di Lehner

La lucidità mentale di Joe Biden ha contagiato i neuroni occidentali ed italiani. Del resto, è il nostro Duce. Il presidente statunitense non è affatto rimbambito – come si sussurra – essendo soltanto un geniaccio capace di far resuscitare i morti e conversare allegramente con loro. Riferendosi a Emmanuel Macron, dialogò con François Mitterrand; citando Angela Merkel, scambiò, invece, quattro chiacchiere con Helmut Kohl e così via, a rendere Gesù un dilettante. Il novello Asclepio, capace di trasformare un obitorio in un’armonica corale, col suo bastone sacro della vecchiaia riuscì addirittura a far eleggere l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi alla presidenza del Messico. Siffatte virtù intellettive del geniaccio di Roy Scranton si sono diffuse a macchia di Covid.

Alcuni Governi europei, biden-natisi a virus lento, ad esempio, hanno riconosciuto lo Stato della Palestina, che non c’è, e che gli stessi palestinesi non sembrano volere, essendo presi da ben altra brama, quella di cancellare Israele con tutti i suoi abitanti, arabi compresi. In Italia, poi, quasi tutta la politica politicante, in primis i catto-comunisti, essendo antisemita d’animo, anzi antigiudaica da sempre, straparla dei due Stati e reclama a gran voce il ritiro dei soldati israeliani da Gaza. Siamo di nuovo alla sbronza dei partigiani della pace di truffaldina, staliniana memoria: si vis pacem, para rum.

La stessa capoccia creativa di Biden, una volta al dì, dopo il sonnellino pomeridiano, d’intesa con il banal-mente Antony Blinken, mette a punto un piano di pace, accolto con risonanti osanna dall’informazione, dagli euro-inesistenti, dai partitini, dagli avanzi delle Frattocchie, dalle scorie di sagrestia, dalla Cei, da Pierbattista Pizzaballa, il cardinale, non il portiere, dal cardinal Matteo Maria Zuppi, apostolo politicistico. Lo stesso Vincenzo De Luca, che darebbe della sbronza ad ognuna delle otto donne dell’Esecutivo israeliano, inneggia alla pace di Washington.

Tutti contro il cattivo, perfido Süss l’ebreo – film nazista ferocemente antisemita, che si meritò la Coppa Mussolini, nonché recensioni entusiastiche di Enzo Biagi, un fascistone che, il 23 agosto 1941, definì le leggi razzial un’opera di purificazione indispensabile specialmente nelle maggiori città dell’Italia settentrionale e centrale (Roma, dove ci sono ancora troppi ebrei, compresa). Biagi, futuro profeta dell’antifascismo repubblicano, fu accontentato dalla Gestapo, il 16 ottobre 1943, riguardo ai “troppi ebrei” di Roma, con il rastrellamento, la deportazione, lo sterminio di più di mille israeliti capitolini.

Bando ai brutti ricordi sui grandi e famosi cialtroni e pontificatori d’Italia, meglio tornare al peggio di oggi. Ebbene, attualmente, il famigerato Süss l’ebreo è incarnato da Benjamin Netanyahu, il premier che – borbottano acidi i malpensanti – non vorrebbe la pace, solo per poter rimanere in sella. C’è di più: il 20 maggio 2024 il Procuratore capo del Tribunale penale internazionale ha chiesto un mandato di cattura per Benjamin Netanyahu. Codesto magistrato si chiama Karim Asad Ahmad Khan. È autonomo e indipendente da tutto, fuorché da Allah e dal profeta; un po’ come le toghe italiane, autonome e indipendenti da tutto, fuorché dalle correnti e dalle ideologie.

Succede, però, a scorno degli aspiranti Biagi odierni che non Bibi, ma proprio Hamas ridicolizzi sistematicamente le ideone del duo Biden-Blinken, opponendo risentiti niet e aggiungendo postille inaccettabili. Magistrati compagni e sinistrorsi antisistema, essendo stolti o dementi per contagio dem, sono strenuamente filo-islamici e fautori di Carola Rackete, tant’è che li vorrebbero far arrivare a milioni sulla Penisola, già prossima all’emirato arabo.

Ignoranti come irchi di montagna non sanno che il maomettano è culturalmente immune dal blasfemo progressismo, essendo semmai vocato al sacro tradizionalismo, con punte, talora, verso il nazionalsocialismo. Toghe rosse, comunistoidi, piddini, tutti i diritti-nessun dovere, insomma Lgbtq+ , vigendo la sharìa, camperebbero come micetti in tangenziale. Una volta che i cervelletti – a burro e salvia – degli occidentali si saranno ripresi dal biden-nismo, allora sarà chiaro anche a loro che Hamas non vuole la pace, né i due Stati, pretende soltanto un nuovo olocausto. Magari, dopo la stagione della demenza collettiva, capiranno che Netanyahu ebbe e ha ragione.

Aggiornato il 10 giugno 2024 alle ore 09:28